Maria Chiara Carrozza - ex ministra per l’Istruzione, Università e Ricerca, docente della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, attualmente deputata al Parlamento eletta nelle liste del Partito democratico – è stata chiamata dall’Ue a presiedere, dal 1° febbraio scorso, la commissione che valuterà due ‘progetti bandiera’, nell’ambito del programma di ricerca europeo Horizon 2020, avviati nel 2013, finanziati con un miliardo di euro.
Il primo dei due progetti è finalizzato alla realizzazione di un supercomputer ispirato al cervello umano, per conoscere più a fondo il più complesso degli organi; il secondo, invece, punta allo studio e all’utilizzo del grafene, il materiale, spesso come un atomo, che potrà sostituire il silicio e che promette di rivoluzionare molti settori della tecnologia.
«Sono orgogliosa di aver ricevuto questo incarico e farò del mio meglio per rispondere agli obiettivi fissati con le linee guida della valutazione europea», ha dichiarato l’ex titolare del Miur.
Della commissione fanno parte anche Charlotte Brogren, direttore generale dell’agenzia governativa svedese per l’innovazione; Ruth McKernan, direttore generale dell’agenzia governativa del Regno Unito per l’Innovazione; Matthias Kleiner, presidente della “Leibniz Association”, che riunisce circa 90 istituzioni di ricerca tedesche; Paul Kidd, presidente della Abbeyvale Housing; Michal Kleiber, presidente dell’Accademia europea delle scienze e delle arti.
Sono in molti a ritenere che l’importante riconoscimento a livello europeo potrebbe risultare determinante nella corsa alla poltrona di presidente del Cnr, nella quale la Carrozza è in pole position, assieme a scienziati del calibro di Roberto Cingolani, Enzo Boschi e Francesco Profumo.