Comunicato Usi/RdB
I sindacati rappresentativi nel comparto della ricerca si sono ritrovati all’Aran il 30 marzo per discutere del Contratto Nazionale ASI. Dalla fine delle trattative del secondo biennio 2008-2009 era la prima volta. Era il periodo di massimo contrasto all’interno del sindacato concertativo, con CISL e UIL impegnate a collaborare con i Ministri Sacconi, Gelmini e Brunetta e la CGIL ad “opporsi” il più possibile, senza però disturbare troppo i governanti. In quel lasso di tempo con la legge 133 e il DLgs 150 la scuola pubblica, l’università, la ricerca e la pubblica amministrazione in generale sono state affossate.E fu proprio in occasione della firma del biennio della ricerca la CGIL volle rappresentare la propria diversità da CISL e UIL. NON FIRMANDO QUEL CONTRATTO.
Anche noi dell’USI RdB Ricerca non abbiamo firmato quel contratto e, sempre più da soli abbiamo pure continuato il contrasto ai progetti di privatizzazione e di smantellamento. E continueremo ancora per difendere il comparto e i lavoratori, per difendere salari, diritti e dignità. Tutto ciò coerentemente al ruolo di sindacato che organizza i lavoratori, che non si vuole trasformare in venditore di assicurazioni sanitarie e fondi pensionistici. Per questo ai lavoratori che ci chiedevano l’unità sindacale ribattevamo che noi puntiamo a quella dei lavoratori su piattaforme rivendicative chiare che recuperino prerogative e diritti.
Nella pratica quotidiana, la “opposizione” della CGIL in tutti enti di ricerca appare, come sempre negli ultimi anni, di “facciata”. Lotta ma non troppo.
La settimana scorsa, dopo che i lavoratori Enea avevano chiesto in un’assemblea unitaria CGIL, USI RdB Ricerca ed Anpri di entrare definitivamente nel comparto EPR anche attraverso la rottura (per CGIL ed ANPRI) del “tavolo di maggioranza”, la FLC (e anche l’associazione categoriale) rimaneva legata a doppio filo a CSIL e UIL.
Martedì 30 marzo in occasione della prima convocazione per il rinnovo del contratto ASI, la scelta della FLC CGIL di aderire, seppure dopo un po’ di teatrino, alla richiesta di proseguire la trattativa a tavoli separati formulata dal capo delegazione CISL (“che sia anche capo delegazione del tavolo di maggioranza”?) conferma le contraddizioni di chi nonostante cerchi di rappresentarsi come sindacato conflittuale, proprio non riesce a rinunciare alla propria propensione concertativa. E così in questo modo anche nella ricerca, dopo lo strappo della non firma del secondo biennio 2008-2009 e delle ultime sedute a tavolo unitario, si ricompone il tavolo che ha minato pensioni e pubblica amministrazione, favorendo il precariato e la cancellazione progressiva dei diritti.