E’ il titolo di un vecchio film ambientato in carcere dove Aldo Fabrizi, secondino per l’occasione, raccoglieva le storie dei vari detenuti e delle circostanze che li avevano portati alla detenzione, Oggi come allora vogliamo raccontare una storia che è accaduta nella Casa circondariale femminile di Rebibbia, a Roma.
Facciamo un passo indietro. Nel 2014, nasce la polisportiva Atletico Diritti, associazione sportiva dilettantistica dalla volontà di due associazioni: Antigone, che dal 1991 lavora alla promozione dei diritti e delle garanzie nel sistema penale e penitenziario, e Progetto Diritti, che offre assistenza legale alle comunità migranti.
Con il patrocinio dell’Università Roma Tre e, dal 2016, con quello della Coalizione Italiana Libertà e Diritti Civili (CILD), la polisportiva ha portato in campo, a disputare gare federali ufficiali: migranti, richiedenti asilo, giocatori detenuti o provenienti da percorsi penali e studenti Universitari.
Da settembre 2018, la polisportiva Atletico Diritti ha una squadra di calcio a 5 femminile composta da sole recluse del carcere romano di Rebibbia, dove gioca su di un campo non rispondente alle norme della FIGC e quindi impossibilitata a partecipare a tornei ufficiali.
Questa è la prima esperienza di calcio femminile che si svolge all’interno di un Istituto penitenziario femminile, coinvolgendo solo detenute; una squadra multiculturale e multietnica che vede giocare insieme ragazze e giovani donne italiane, europee, sudamericane e africane.
La prima stagione (2018-2019) è stata molto intensa; storica la prima partita amichevole che le detenute hanno disputato contro la Nazionale Italiana delle Parlamentari e un triangolare nel mese di giugno alla presenza del presidente della Camera dei Deputati Roberto Fico, che diede il calcio d’inizio.
Da settembre 2019 la squadra, allenata da Carolina Antonucci, grazie all’affiliazione con CSI (Centro Sportivo Italiano), ha potuto partecipare a un vero e proprio torneo cittadino; ogni sabato entravano in carcere squadre di ragazze libere per disputare le partite del campionato Open di calcio a 5 del CSI.
Ho avuto l’opportunità di partecipare come fotografo ad una delle partite disputate, dire che è stata una esperienza coinvolgente è sicuramente riduttivo, la volontà di vivere una situazione di normalità, anche se limitata al breve tempo di un sabato pomeriggio, era palpabile in ogni componente della squadra nonché negli operatori presenti.
Purtroppo è stata una delle ultime partite, all’improvviso, mentre la squadra si trovava in seconda posizione, è arrivato il Covid 19 che ha sconvolto, oltre alla nostra, anche la vita delle detenute, che si sono viste sospendere ogni tipo di attività sportiva e di socializzazione per contenere l’emergenza sanitaria.
Pur in piena pandemia, nel maggio 2020, la capitana della squadra, Barbara, è stata ricevuta da Papa Francesco al quale, oltre aver letto una sua poesia sull’importanza del gioco del pallone in carcere, ha regalato un gagliardetto dell’Atletico Diritti. Purtroppo l’invito del Presidente Roberto Fico alla Camera dei Deputati fino ad oggi non si è potuto concretizzare.
Speriamo che questa iniziativa, con la fine dell’emergenza sanitaria, possa riprendere il più presto possibile e regalare di nuovo alle protagoniste di questa bella storia momenti di socialità e soprattutto di normalità.
Per chi volesse conoscere i volti e le voci delle protagoniste di questa storia, è disponibile un bel video di Fanpage.
Giorgio Della Rocca