Transformers 4: L’era dell’estinzione, di Michael Bay, con Mark Wahlberg, Stanley Tucci, Jack Reynor, Nicola Peltz, Sophia Myles, Kelsey Grammer, Titus Welliver, Bingbing Li, T.J. Miller, James Bachman, Thomas Lennon, Charles Parnell; durata 165’, nelle sale dal 17 luglio 2014 distribuito da Universal Pictures.
Recensione di Luca Marchetti
Lasciateli odiare. Sono queste le uniche parole che il regista Michael Bay ha usato per rispondere a chi gli riferiva le accuse contro il suo ultimo film. Forte di tanti successi economici e di uno status di maestro del genere action, il regista americano ha quasi evangelicamente salutato i tanti detrattori della sua opera con noncuranza zen, dimostrando che, ormai, per lui parlano i suoi monumentali, rumorosi e immensi film.
Anche l’ultimo Transformers 4: L’era dell’estinzione, nonostante le pessime critiche ricevute oltreoceano, non è da meno. Dopo aver esitato non poco di fronte alla decisione di tornare a dirigere un nuovo capitolo delle avventure dell’eroico Optimus Prime e dei suoi fedeli Autobot, Bay ha scelto di raccogliere la sfida di questo progetto (sempre orchestrato dalla saggia produzione di Steven Spielbeg), cancellando ogni premessa e ripartendo da zero. Oltre a una rivoluzione narrativa intrigante e coerente con i precedenti (i protagonisti alieni, dopo la distruzione di Chicago, sono braccati dai loro ex-alleati umani), la scelta decisiva avviene nel casting, con nuovi convincenti protagonisti.
Messo da parte il giovane e scapestrato Shia LeBeouf (alle prese con i guai di una vita privata allo sbando), il regista punta tutto sull’ottimo Mark Wahlberg, conosciuto sul set di Pain and Gain. L’attore di Lone Survivor e Boogie Nights, questa volta veste i panni di uno sfortunato inventore improvvisato che, entrato suo malgrado nella rappresaglia contro i robot di Prime, decide di fare di tutto per portare al sicuro la propria figlia adolescente (la bellissima Nicola Peltz) e aiutare i suoi nuovi amici extra-terrestri.
Senza brillare per originalità e innovazioni, la storia di questo quarto capitolo (scritta da Ehren Kruger) conserva comunque tutte le proprie caratteristiche d’intrattenimento, riuscendo a mantenere i ritmi d’attenzione e di spettacolo altissimi, nonostante le sue quasi tre ore di durata (sono pochissimi gli autori capaci di questo).
Inserendo nuovi personaggi (dai divertenti robot Hound e Ratcher ai subdoli agenti della Cia Kelsey Grammer e Titus Welliver) e non mancando nemmeno di autocitarsi (il rapporto tra Wahlberg e sua figlia è un chiaro omaggio alle interpretazioni di Bruce Willis e Liv Taylor del suo Armageddon), Bay realizza una pellicola efficace, che riempie lo sguardo e il cuore del pubblico in ogni scena.
I grandi esperti possono storcere il naso di fronte a questo, negando persino l’evidenza del talento visivo del regista, ma noi non possiamo dimenticare che il Cinema è anche il genio di saper divertire.