"Mad Max: Fury Road", di George Miller, con Tom Hardy, Charlize Theron, Zoë Kravitz, Nicholas Hoult, Danielle Riley Keough, Rosie Huntington-Whiteley, Nathan Jones, Megan Gale, Hugh Keays-Byrne, durata 120’, nelle sale dal 14 maggio 2015, distribuito da Warner Bros Italia.
George Miller riappare, finalmente, più in forma che mai. A quasi trent’anni da Mad Max: Oltre la sfera del tuono, lo splendido terzo capitolo dal sapore spielberghiano della saga action post-apocalittica, che lanciò la stella di Mel Gibson nel firmamento cinematografico, il regista australiano sceglie di ritornare al suo glorioso passato.
Dopo il successo con i pinguini ballerini (l’Oscar per Happy Feet), Miller torna nel suo deserto terribile e magnifico, dal suo Max il folle, per una nuova avventura che, in modo intelligente e ambiguo, si muove in equilibrio tra il sequel e il reboot (le grandi ossessioni della Hollywood contemporanea), senza mai prendere una strada precisa.
Mad Max: Fury Road, infatti, non è assolutamente una pellicola nata per caso, costruita sulla scrivania di qualche studio californiano per mere questioni economiche o per mancanza d’idee originali.
L’opera di Miller è un film nato da un lunghissimo periodo di gestazione e dal lavoro puntiglioso e appassionato fatto in ben sette mesi di riprese nel caldo africano. Quest’amore viscerale per il racconto del suo eroe, questa cieca dedizione alla costruzione architettonica dell’Azione, si respira costantemente in una pellicola che non perde mai un colpo, sostenuta da un ritmo infinito.
Ritrovarsi a correre ancora una volta accanto a Max, imbattersi con lui nella corsa verso una “verde” redenzione della durissima Furiosa e delle sue protette, in fuga dalle violenti schiere del mostruoso Immortan Joe, riempie di felicità fanciullesca il nostro cuore di spettatori affascinati sin dal primo fotogramma, sin dalla prima battuta.
Volendo anche mettere da parte il risvolto socio-politico rintracciabile in questa frenetica odissea milleriana (riuscite forse a trovare qualsiasi altro blockbuster talmente coraggioso da limitare il proprio iconico anti-eroe a scapito di un’inedita splendida eroina?), Mad Max: Fury road si conferma un prodotto incredibile.
Esempio altissimo di Cinema fino all’ultimo respiro, ininterrotto spettacolo puro, stressato e portato agli estremi ludici e visivi più audaci e coinvolgenti, il film di Miller è un oceano di acqua fresca, dove annegare sognanti.
In un mondo hollywoodiano di kolossal noiosi e (falsamente) spassionati, tanto pieni del proprio ego mainstream da perdere, spesso, il senso della propria missione d’intrattenimento (pensiamo ai terribili esempi spesso regalatici dalla Marvel e dai suoi supereroi), vedere il coraggio e il mestiere di questo geniale settantenne ci riempie di fiducia per il futuro di un genere troppo legato ai risultati economici.
Eccellenti, inoltre, le scelte di casting. La decisione di sostituire Mel Gibson con un superlativo Tom Hardy, l’unico attore capace, con il suo massiccio fisico dolente e il suo spirito da glorioso perdente, di sostituire il divo australiano, era già sulla carta perfetta. Sorprende (ma forse neanche troppo, a essere sinceri) vedere la diva Charlize Theron prendersi il rischio di tenere gran parte della storia sulle proprie affaticate spalle, guidando questa carovana di splendidi e disperati eroi (tra i quali spiccano l'ottimo Nicholas Hoult e le convincenti Zoe Kravitz e Rosie Huntington-Whiteley) verso la vittoria illusoria di un semplice giorno di speranza. Lontani, come il proprio regista, dalla selva feroce e gretta di uomini-bestie ossessionati da un miope desiderio materiale di possesso.
*critico cinematografico