Consigli per mantenersi in buona salute, di Plutarco, traduzione e cura di Francesco Chiossone, editore Il Melangolo, Genova, 2015, pp. 86, euro 8.
Recensione di Roberto Tomei
Biografo e filosofo medioplatonico (nato a Cheronea nel 45 d.c., muore intorno al 120 d.c.), famoso soprattutto per le “Vite parallele”, Plutarco è autore anche di una serie di 78 trattati, noti come Moralia, titolo ad essi attribuito da Massimo Plamude che, nel riordinarli, li designò appunto “Opere morali”, dato che i primi quindici hanno ad oggetto temi etico-filosofici.
In realtà, si tratta di opere di argomento eterogeneo, in quanto spaziano dalla retorica alla politica, dalla religione alla scienza, dalla pedagogia alla letteratura. Tra questi trattatelli c’è anche l’opera che qui si presenta, una sorta di prontuario terapeutico, invero assai concreto, dunque in gran parte lontano da quella speculazione astratta che, fin da allora, veniva identificata come “filosofia”, intesa come un’ attività del tutto contemplativa, assolutamente priva di risvolti pratici.
Seguendo uno schema di chiara ascendenza platonica, peraltro assai in voga ai suoi tempi, Plutarco ha strutturato la sua opera sotto forma di dialogo tra due medici, Moschione e Zeusippo, ma tale scelta si rivela ben presto nient’altro che un espediente, cui probabilmente l’autore deve aver fatto ricorso per rendere meno aulica l’esposizione, dato che dal dialogo si passa subito al monologo, tutto affidato a Zeusippo, che riferisce il contenuto di una conversazione avuta con un’altra persona, forse Plutarco stesso, di cui era amico personale.
Consapevole che l’aspirazione di ogni uomo è quella di raggiungere la felicità, Plutarco individua la precondizione per conseguire tale obiettivo nella conservazione della salute, che a suo dire può ottenersi soltanto con la moderazione, espressa nella formula “nulla di troppo”, evitando cioè, o quantomeno limitando, ogni eccesso nella soddisfazione dei piaceri.
A conclusione del suo scritto, non dimentico dell’aspetto spirituale dell’uomo, Plutarco istituisce, citando Platone, un preciso parallelismo tra corpo e anima, affermando la necessità di un equilibrio (l’armonia) tra dimensione corporea e dimensione spirituale, un principio tuttora noto nella locuzione latina “mens sana in corpore sano”, secondo la formula di Giovenale.
Con quest’opera (ma non solo con questa) Plutarco, da un lato, rivela tutto il suo eclettismo, dimostrando una discreta padronanza anche dell’arte medica, che in Grecia,dopo Ippocrate, aveva conquistato dignità di disciplina autonoma; dall’altro, ci dà una grande lezione di stile, riuscendo sempre a esporre ogni argomento in modo semplice e chiaro, che è, come sappiamo, la caratteristica soltanto dei grandi scrittori.