Il fenomeno del momento, Barbie, il film scritto da Greta Gerwig e Noah Baumbach e diretto dalla Gerwig, quest’estate al cinema ha battuto qualsiasi record al botteghino.
Barbie, una parabola femminista divertente e irriverente, è il primo live action della celebre serie di fashion doll della Mattel Barbie. La pellicola vanta un cast d’eccellenza, con protagonisti Ryan Gosling, nel ruolo di uno dei tanti Ken e Margot Robbie, che interpreta la “Barbie stereotipo”: la prima Barbie a Barbieland ad essere colta da improvvisi pensieri di morte. A Barbieland sono le donne a ricoprire tutte le posizioni lavorative importanti, ad avere una casa solo per loro, a essere autonome e di successo. I Ken sono semplicemente Ken, felici solo se le loro Barbie degnano loro di uno sguardo.
Le giornate a Barbieland trascorrono felici e ogni giorno è il giorno più bello, finché Barbie non inizia a manifestare le prime stranezze. I suoi piedi si sono appiattiti, inizia a pensare alla morte e sul suo corpo perfetto iniziano a rendersi evidenti i primi segni di cellulite. Il tempo scandito da giganteschi party, serate tra donne e coreografie preparate non sembrano rendere più felice Barbie. Ogni certezza è crollata e l’unico modo per guarire sembra essere quello di entrare nel mondo reale per conoscere la bambina che gioca con la Barbie e che è evidentemente turbata da qualcosa.
Barbie e Ken, approdati a Venice Beach, scopriranno con enorme sorpresa il patriarcato. Sarà un viaggio alla scoperta della realtà: la società per donne indipendenti e di successo che le Barbie pensavano di aver contribuito a costruire, in realtà non esiste. È un mondo degli uomini e per gli uomini nel quale Barbie si imbatterà in molestie sessuali e disparità di genere, mentre Ken scoprirà i cavalli, i mini-frigo, i SUV, la boxe e la mascolinità tossica. Dopo la loro avventura a Los Angeles, entrambi torneranno nel loro mondo rosa fluo con una destabilizzante illuminazione.
Tra rimandi a film che hanno fatto la storia del cinema come Odissea nello spazio e Matrix, Barbie è molto di più che un film su Barbie. Gerwig esplora e al contempo riesce a onorare i ricordi di milioni di bambine che dagli anni 50 del secolo scorso hanno inventato intere narrazioni attorno a quella bambola, ma allo stesso tempo ci spinge a riflessioni e a esplorare messaggi complessi e contrastanti. Diritti umani, sessualizzazione, capitalismo, patriarcato, sono solo alcuni dei grandi temi attorno al quale ruota il film. Temi ampiamente discussi negli ultimi anni, ma l’idea pensata da Gerwig e Baumbach per veicolare questi messaggi è assolutamente geniale ed è sicuramente questo che ha contribuito a rendere il film un vero Blockbuster.
Barbie commuove e diverte al contempo e, soprattutto, riesce a essere fino alla fine assolutamente imprevedibile. È un film sovversivo con un’ottima sceneggiatura a cui fa da sfondo una scenografia magistrale. Il mondo rosa di Barbie è esattamente come ce lo siamo sempre immaginati: un’isola incontaminata in cui non esiste gravità, in cui si beve e mangia per finta e in cui tutto è esattamente come deve essere.
Ci sono tanti modi di vedere questo film: una commedia, un film impegnato, un film per ragazzi, per adulti, un manifesto femminista. In ogni caso, vale la pena vederlo al cinema.
Anna Sofia Caira
critica cinematografica