di Antonio Del Gatto
Le maglie della legge sulla trasparenza e sull'accesso agli atti amministrativi, grazie a una sentenza del Consiglio di Stato (n. 5047 del 21 settembre 2012 - Pres. Giaccardi, Est. Romano), si sono recentemente allargate, permettendo di mettere il naso addirittura nella dichiarazione dei redditi del convivente della ex moglie.
Per i giudici di Palazzo Spada, infatti, è illegittimo il diniego espresso dall'Agenzia delle Entrate in merito ad una istanza ostensiva tendente ad ottenere copia delle dichiarazioni dei redditi del convivente more uxorio con la moglie separata dell'accedente, nel caso in cui, da una parte, il diniego stesso sia motivato con riferimento a ragioni di tutela della riservatezza e, dall'altra, l'interesse posto a base della domanda di accesso sia quello di poter accertare nella competente sede civile adìta, la spettanza o meno - pur dopo l'instaurazione di tale convivenza - dell'assegno mensile riconosciuto dal Giudice in sede di separazione consensuale.
Infatti, il diritto di accesso deve prevalere sull'esigenza di riservatezza di terzi quando esso sia esercitato per consentire la cura o la difesa processuale di interessi giuridicamente protetti e concerna un documento amministrativo indispensabile a tali fini, la cui esigenza non possa essere altrimenti soddisfatta.