La scorsa settimana, con un nostro articolo, abbiamo dato notizia della esistenza di una convenzione stipulata tra il Cnr, presieduto da Luigi Nicolais, e la Fondazione Cellule Staminali, con sede a Terni, presieduta da Enrico Garaci (già presidente dello stesso Cnr dal 1993 al 1997), con la quale le parti hanno deciso di instaurare un “rapporto di collaborazione finalizzato a migliorare la conoscenza delle cellule staminali sane e tumorali e la loro regolazione” e che l’onere a carico dello stesso Cnr è di oltre 5 milioni di euro.
Al contempo, abbiamo sollevato alcuni dubbi e perplessità sia sulla effettiva data di sottoscrizione dell’accordo, sia sulla circostanza - sollevata da Vito Mocella, membro dell’attuale cda dell’ente - che la convenzione prima della stipula non sarebbe stata deliberata dal consiglio di amministrazione del Cnr, sia, infine, sulle motivazioni in base alle quali - trattandosi di una iniziativa di notevole rilevanza scientifica e con un considerevole esborso da parte dell’ente di piazzale Aldo Moro - lo stesso Cnr, anziché dialogare con un unico interlocutore che, però, non ha l’esclusiva né in Italia né tantomeno in Europa dello specifico argomento, non abbia optato per un bando pubblico per individuare l’organismo qualificato con il quale sviluppare il progetto di ricerca.
Concludevamo il nostro editoriale, sottolineando l’opportunità che il Consiglio nazionale delle ricerche, dal 20 febbraio 2016 presieduto da Massimo Inguscio, fornisse chiarimenti sulla vicenda.
Ed è proprio ciò che questa mattina il cda dell’ente di piazzale Aldo Moro dovrebbe fare visto che, al punto 7.1 dell’odierno ordine del giorno figura il seguente argomento: “Convenzione quadro Cnr-Fondazione Cellule Staminali di Terni: valutazioni ed eventuali adempimenti”.
Staremo a vedere quel che accadrà e non mancheremo di aggiornare i nostri lettori.