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Venerdì, 26 Apr 2024

VQR 2011 2014 2È dei giorni scorsi la pubblicazione da parte dell'Anvur della indagine sulla Valutazione della Qualità della Ricerca (VQR) del sistema universitario italiano per il quadriennio 2011-2014, da cui emergerebbe un generale miglioramento della situazione italiana, pur permanendo forti differenze sia nei dati aggregati per ateneo che in quelli disaggregati per area scientifica tra le università settentrionali - che restano le migliori - e quelle meridionali.

«La VQR mostra uno stato di salute buono della ricerca italiana e ciò vale in tutte le aree scientifiche. Non solo, i miglioramenti che si scorgono confrontando le posizioni nella graduatoria tra le due VQR sono distribuiti in tutto il territorio nazionale, senza una netta distinzione tra aree geografiche – conferma il coordinatore della VQR Sergio Benedetto, che aggiunge – Assistiamo a un processo di convergenza che però è ancora lontano dal colmare le differenze geografiche – e poi specifica – La parziale convergenza è dovuta a un insieme di cause il cui impatto non è separabile. Vi è l’effetto di un effettivo miglioramento nella qualità delle pubblicazioni degli atenei più "deboli", poi ci sono i cambiamenti intervenuti negli addetti alla ricerca, e per finire va considerata sia la riduzione della variabilità dei pesi delle classi di merito che il diverso numero di prodotti».

Ma se andiamo a leggere le tabelle relative alle Facoltà, allegate alla relazione, potremmo dire che “Cristo si è fermato a Napoli”, visto che più a sud del capoluogo Partenopeo non troviamo eccellenze, fatta eccezione che per l'area scienze fisiche, Enna Kore, Bari Politecnico e Catanzaro. Le piccole università di Calabria e di Catanzaro, per l'area scienze chimiche. Quella di Foggia, per scienze agrarie, Cagliari e Bari Politecnico per architettura; Palermo, Sannio e Salento per ingegneria civile.

Ma vi è un dato clamoroso ed è relativo all'Università La Sapienza di Roma. Il più grande, per dimensioni, ateneo europeo si classifica tra i migliori (al 3° posto tra i grandi atenei) solo per l'area di ricerca delle scienze matematiche e informatiche. Né va meglio alle altre università della capitale: Tor Vergata si classifica solo nelle aree di architettura e scienze matematiche e informatiche; Roma Tre, per l'area di scienze della terra; la blasonata Luiss per scienze politiche e sociali; Roma Foro Italico per scienze psicologiche; Roma Europea per scienze dell'antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche; Roma San Raffaele per scienze mediche e Roma biomedico per scienze biologiche. Quasi una riprova della decadenza dell'Urbe.

Mentre, quella che ormai per tutti è la capitale di fatto dell'Italia, Milano, con le sue università si classifica ai primi posti per ben 23 volte e, spesso, nella stessa area di ricerca con più di un ateneo. È il caso di: scienze storiche, filosofiche e pedagogiche che vede prevalere sia l'Università Cattolica, che Milano Bicocca e San Raffaele; scienze giuridiche in cui eccellono sia la Statale che la Cattolica e la Bocconi; scienze economiche e statistiche in cui si classificano fra le grandi università al primo e al terzo posto rispettivamente la Bocconi e Bicocca, mentre al secondo posto per gli atenei medi la Statale; scienze politiche e sociali in cui sono presenti ai primi posti per tutte le categoria di atenei la Statale, Bicocca e Politecnico. Nella città meneghina prima sul podio appare Milano Bicocca che si classifica ai primi posti in ben 8 aree scientifiche. A seguire, la Statale che eccelle in 5 aree; la Cattolica in 3; in 2 la Bocconi, il Politecnico e San Raffaele; Humanitas in scienze mediche.

A seguire, tra le grandi città spicca il capoluogo piemontese, che con l'Università di Torino si classifica ai primi posti in 9 aree di ricerca su 14 (scienze fisiche, scienze chimiche, scienze biologiche, scienze mediche, scienze agrarie e veterinarie, ingegneria industriale e dell'informazione, scienze giuridiche, scienze politiche e sociali e scienze storiche, filosofiche e pedagogiche), mentre con il suo apprezzato Politecnico si classifica oltre che, come prevedibile, per le aree di ingegneria civile e architettura anche per quelle di scienze matematiche e informatiche, scienze economiche e statistiche e scienze giuridiche.

Altra eccellenza è l'ateneo di Padova, che si classifica ai primi posti in 11 aree di ricerca su 14 (scienze matematiche e informatiche, scienze fisiche, scienze chimiche, scienze della terra, scienze biologiche, scienze mediche, scienze agrarie e veterinarie, ingegneria civile, ingegneria industriale e dell'informazione, scienze psicologiche, scienze economiche e statistiche). Ex aequo Bologna, che è ai primi posti nelle aree di scienze: mediche; agrarie e veterinarie; architettura; ingegneria civile; ingegneria industriale e dell'informazione; dell'antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche; storiche, filosofiche e pedagogiche; psicologiche; giuridiche; economiche e statistiche; politiche e sociali.

Sempre al Nord, si conferma tra le migliori la piccola Università di Pavia per scienze psicologiche, dell'antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche e scienze matematiche e informatiche.

Al centro, Pisa dove la Statale insieme alla Normale è ai primi posti per scienze matematiche e informatiche e quest'ultima eccelle pure in scienze chimiche e scienze dell'antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche, scienze storiche, filosofiche e pedagogiche e scienze politiche e sociali. La S. Anna primeggia in scienze economiche e statistiche, ingegneria industriale e dell'informazione (insieme con la Statale), scienze agrarie e veterinarie, scienze mediche.

Al sud, la migliore risulta la Federico II di Napoli per le aree di ingegneria civile e ingegneria industriale e dell'informazione.

L'Anvur fa anche un confronto a livello internazionale dal quale emerge, per quanto concerne l'Italia, che la produzione nei settori bibliometrici (essenzialmente in quelli delle scienze e della tecnologia) cresce.

Ma il nostro 3,9% (era il 3,3 nel quadriennio 2001-2003) della produzione mondiale è davvero poco ove si raffronti alla vera e propria esplosione della ricerca nei BRIC (ovvero, Brasile, Russia, India e Cina), che passano, nel periodo 2001-2016, dal 10,5% al 26,3% della produzione scientifica mondiale, mentre Giappone e Usa, pur mantenendo una quota sempre rilevante, scendono. In particolare, gli americani dal 26,2% del periodo 2001-2003 al 22,7% del 2015-2016.

Analogamente, in Europa si riduce la ricerca prodotta in Francia (dal 4,5% del 2001-2003 al 4,2% del 2015-2016) e Germania (nello stesso periodo, dal 6,2% al 6%).

Nei settori bibliometrici (che comprendono solo marginalmente le scienze umane, giuridiche e sociali, perché poco coperte dalle banche dati internazionali) la qualità della ricerca italiana migliora, a giudicare dall’impatto citazionale che le pubblicazioni hanno sulle relative comunità scientifiche, esso infatti passa da 1,20 della VQR precedente a 1,51 della VQR 2011-2014, un valore superiore alla media UE15 (1,32) e UE28 (1,26), superiore anche a quello di Francia (1,35), Germania (1,43), Spagna (1,29) e addirittura degli USA (1,47).

Quindi, una situazione che complessivamente migliora rispetto al periodo analizzato nella precedente VQR.

Riguardo all’eccellenza, il 10% delle pubblicazioni lo raggiunge per numero di citazioni o fattori d’impatto della sede di pubblicazione. Insomma, le prestazioni sono positive ma distanti da quelle dei paesi migliori. L'Italia pur essendo al di sopra della media mondiale, ha una percentuale di pubblicazioni che rientra nell’eccellenza inferiore rispetto a quella di paesi di punta come Olanda, Svizzera e Svezia.

Tuttavia, comparando la situazione italiana con i principali partner internazionali si evince che, nel quadriennio, il numero di pubblicazioni per unità di spesa cresce (9,5 pubblicazioni per unità di spesa investita in ricerca e sviluppo dall’amministrazione pubblica) sia nel confronto con la spesa nazionale complessiva in ricerca e sviluppo, sia facendo il rapporto con la spesa pubblica.

In sostanza, nonostante si investa poco in ricerca, grazie alla qualità dei nostri ricercatori si raggiungono ottimi risultati.

 

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