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Sabato, 13 Dic 2025

L’Istituto Nazionale di Alta Matematica “Francesco Severi”, meglio noto con l’acronimo INdAM, dopo essere stato istituito con legge 13 luglio 1939, n. 1129, è stato oggetto di riordino con legge 11 febbraio 1992, n. 153, che ha conferito allo stesso autonomia regolamentare, includendolo tra gli enti di ricerca a carattere non strumentale di cui alla legge 9 maggio 1989, n. 168.

L’attività istituzionale dell’ente è volta a promuovere, attraverso specifici programmi, la formazione e lo sviluppo della ricerca matematica, sia in ambito nazionale che internazionale, per migliorare e confermare il proprio ruolo nella comunità scientifica.

L’INdAM, inoltre, assicura il raccordo tra la ricerca italiana e quella internazionale mediante numerose iniziative di collaborazione scientifica nell’ambito dell’Unione Europea.

Di recente, la Corte dei conti ha pubblicato la Relazione sul risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell’ente, relativamente all’esercizio 2015.

Dal predetto documento si evince che, al 31 dicembre 2015, l’INdAM – i cui organi sono il Presidente, il Consiglio di amministrazione (tre membri, compreso il Presidente), il Consiglio scientifico (sette membri) e il Collegio dei revisori dei conti (tre membri, compreso il residente) – contava 10 dipendenti di ruolo (un direttore amministrativo, tre funzionari amministrativi, quattro collaboratori amministrativi e due operatori amministrativi), un co.co.co. e due ricercatori a tempo determinato.

La struttura tecnica permanente dell’ente – come leggesi nella Relazione - ha la sede centrale presso l’Università di Roma “La Sapienza”, si ramifica sul territorio nazionale e, al 31 dicembre 2015, disponeva di oltre sessanta “unità di ricerca” presso i Dipartimenti di matematica di altrettante università, di cui due presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) ed una presso la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA).

Le Unità di ricerca sono regolate da apposite Convenzioni di durata quadriennale ed il numero delle stesse è continuamente aggiornato.

La situazione economico-finanziaria – scrivono i giudici contabili - mostra una lieve ripresa rispetto all’esercizio precedente; in particolare, il saldo finanziario dell’anno 2015 (di euro 242.116) resta negativo, ma in misura meno consistente rispetto a quello registrato nel 2014 (pari ad euro 950.197). Il valore complessivo delle entrate correnti è diminuito del 2,31 per cento rispetto al 2014 (euro 3.305.267 a fronte di euro 3.383.378), soprattutto per la diminuzione dei trasferimenti ordinari da parte dello Stato (da euro 2.683.509 nel 2014 ad euro 2.564.338 nel 2015), nonché dei trasferimenti straordinari a destinazione specifica, accertati ed incassati per un totale di euro 278.400 (nel 2014 tale voce era pari ad euro 658.098). Il totale delle spese correnti (pari ad euro 3.506.838), anch’esse in flessione del 18,50 per cento rispetto al 2014 (euro 4.302.961), diminuiscono la loro incidenza sull’ammontare delle spese complessive (pari ad euro 3.863.133), costituendone il 90,78 per cento.

L’esercizio 2015 – conclude la Relazione contabile - si è chiuso con un avanzo economico pari ad euro 10.861, mentre nel 2014 si era registrato un disavanzo di euro 677.377; tale risultato, in ripresa, si deve essenzialmente alla diminuzione del totale dei costi della produzione (da euro 4.234.474 nel 2014 ad euro 3.480.241 nel 2015), a sua volta influenzata soprattutto dal decremento delle “uscite correnti” (pari a -18,23 per cento). Il patrimonio netto nel 2015 è pari ad euro 146.052, in lieve crescita rispetto a quello conseguito nel 2014 (euro 135.191).

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