Giornale on-line fondato nel 2004

Sabato, 13 Dic 2025

Fino a prova contraria. Tra gogna e impunità, l’Italia della giustizia sommaria di Annalisa Chirico, Editore Marsilio, Venezia, 2017, pp. 174, euro 12.

Recensione di Roberto Tomei

Azzeccato nel titolo, ampiamente documentato e scritto con stile asciutto e accattivante, il libro che qui si presenta si legge tutto d’un fiato, quasi lasciandoci il dispiacere che sia finito.

La tesi sostenuta dall’autrice è che in Italia stiamo vivendo in una juristocracy, neologismo coniato dagli studiosi anglosassoni per indicare il passaggio di poteri dalla politica, democraticamente eletta, ai tecnici del diritto, avvocati ma, soprattutto, magistrati, onnipresenti nelle istituzioni ma anche nei partiti. Questa nostra “repubblica giudiziaria”, ormai fuori dallo Stato di diritto, presenta, secondo la Chirico, “la forma di un triangolo: i tre vertici sono il pm che benedice l’inchiesta, il quotidiano di riferimento che agisce da grancassa mediatica e un partito – che vorrebbe spacciarsi per non partito – intento a sventolare le veline nelle piazze e nelle aule parlamentari”.

Da qui in poi, ce n’è per tutti: in particolare, per i magistrati, ma anche per i politici e i giornalisti, perché mai saremmo arrivati a questo punto senza una tacita alleanza fra queste categorie, fermo restando che ciascuna di esse ha agito sempre e comunque soltanto in cerca del proprio tornaconto. All’origine dell’evoluzione/involuzione del sistema ci sarebbe ”l’equazione giustizia=politica: l’intreccio incestuoso tra chi applica la legge e chi quelle leggi le fa ha sovvertito le regole democratiche”.

La politicizzazione della giustizia non è fenomeno recente, sicché l’autrice giustamente dedica parte della sua inchiesta all’evoluzione di Magistratura Democratica, rilevandone gli errori ma anche riconoscendone i meriti, quale formidabile fucina di elaborazione culturale e avanguardia d’un garantismo poi, purtroppo, perso per strada; nel contempo, sottolinea come il nostro sia “l’unico paese al mondo dove ben due magistrati hanno fondato un partito per candidarsi alla guida dell’esecutivo e un magistrato in aspettativa pretende di candidarsi, e si candida, alla guida di un partito”.

Ma molte altre sono le anomalie del nostro sistema: da quella, ormai classica e alla quale ci siamo assuefatti, dei magistrati che si schierano nell’agone politico, dimenticando il dovere di imparzialità, a quella dei giudici moralisti, che hanno avuto il momento di massimo fulgore con l’inchiesta Mani Pulite.

Con i giornali che fanno la loro parte, dando grande risalto alle condanne e riservando uno spazio minimo alle assoluzioni. Per tutti, l’autrice cita il caso - riportato proprio dal nostro Foglietto - occorso a Enzo Boschi, relativo alla condanna inflitta a quest’ultimo per il sisma di L’Aquila, alla quale venne dato uno spazio enorme dal Corriere della Sera che, viceversa, riservò un misero trafiletto all’assoluzione definitiva con formula piena del famoso sismologo.

Nell’ambito di questa politicizzazione della giustizia, il libro spiega anche come mentre alcune toghe perseguono obiettivi politici con mezzi giudiziari, si debba, dall’altra parte, prendere ormai atto dell’avvento di una classe politica non solo “inetta e screditata” ma anche troppo incline a strumentalizzare all’occorrenza avvisi di garanzia e arresti preventivi allo scopo di contrastare gli avversari. E’ la giustizia che si fa politica, attraverso il populismo giudiziario, da qualche tempo protagonista nelle piazze e, di riflesso, sui media. Ma la “Giustizia è Politica” anche perché l’una lascia all’altra il compito di riempire, attraverso “sentenze creative” che fanno legge, vuoti normativi su questioni delicate come matrimoni gay e fine vita.

Sta di fatto che, al punto in cui siamo arrivati, l’equilibrio tra i poteri dello Stato è saltato da un pezzo, con buona pace di Montesquieu. Un’inversione di rotta, che significa nient’altro che ritorno alla normalità, potrà avvenire, secondo l’autrice, soltanto attraverso il ritorno del primato della politica, innanzitutto mettendo in sicurezza i capisaldi dello Stato di diritto, troppo spesso sacrificati sull’altare del fanatismo punitivo. L’auspicio, dunque, è che torni presto una “politica credibile”, alla quale poter nuovamente affidare le sorti del paese.

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Ti piace l'informazione del Foglietto?

Se ti piace quello che leggi, puoi aiutarci a continuare il nostro lavoro sostenendoci con quanto pensi valga l'informazione che hai ricevuto. Anche il costo di un caffè!

SOSTIENICI

empty alt

L’Opec sul petrolio gioca al ribasso

Sembra che l’Opec sia tornata al passato, ai primi anni Dieci del nuovo secolo, quando...
empty alt

UniPi celebra il bicentenario della istituzione della cattedra di Egittologia

A Pisa 200 anni fa, per la prima volta al mondo, l’Egittologia faceva il suo ingresso in un’aula...
empty alt

Giornata Mondiale dei Diritti Umani 2025: il ruolo delle scienziate

Diverse donne di scienza, in epoche e discipline differenti, hanno unito ricerca e impegno per i...
empty alt

“L’ombra del corvo”, film struggente, inquietante, a tratti spaventoso

L’ombra del corvo, regia di Dylan Southern, (titolo originale The Thing with Feathers, tratto dal...
empty alt

La seconda missione dell’ivacaftor, farmaco finora attivo contro la fibrosi cistica

Nel mondo della medicina di precisione l’ivacaftor, uno dei primi farmaci approvato contro la...
empty alt

Anci e Legambiente al Governo: stanziare maggiori fondi per demolizione immobili abusivi

Come emerge dall’indicatore sull’abusivismo edilizio curato dall’Istat in collaborazione con il...
Back To Top