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Venerdì, 26 Apr 2024

Dopo le dimissioni rassegnate da Massimiliano Di Bitetto, il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) è alla ricerca di un nuovo direttore generale. Nel frattempo, la delicata poltrona è stata affidata ad un facente funzione, nella persona di Giambattista Brignone, dirigente di seconda fascia dell’ente.

A seguito della scadenza dei termini per la presentazione delle manifestazioni di interesse al prestigioso incarico, di cui all’avviso pubblico diffuso il 5 dicembre 2017, Massimo Inguscio, presidente del Cnr, lo scorso 2 febbraio ha nominato la Commissione che, dopo l’esame dei curriculum degli aspiranti, dovrà stilare una rosa di almeno tre candidati ritenuti idonei a ricoprire la carica di direttore generale dell’ente di piazzale Aldo Moro, per il quale è previsto un compenso annuo lordo, tutt’altro che trascurabile, di 180mila euro.

La Commissione, nominata da Inguscio (Prot. AMMCEN n. 0008096/2018 del 02/02/2018), è composta da tre membri: Angelo Lino Del Favero, direttore generale dell’Istituto superiore di sanità; Roberta Ramponi, Ordinario al Politecnico di Milano, di recente confermata, per il secondo quadriennio, all'esito di una selezione pubblica, direttrice dell’Istituto di fotonica e nanotecnologie (Ifn) del Cnr, e Carlo Corsi, presidente della Spencer Stuart Italia.

Proprio il ruolo svolto da quest’ultimo componente ha fatto sorgere qualche interrogativo all’interno del più grosso ente di ricerca italiano.

La Spencer Stuart, infatti, è una società privata statunitense di consulenza aziendale, specializzata nel reclutamento di figure dirigenziali e di alto-funzionariato da collocare in posti di responsabilità e di potere. Fondata nel 1956, ha la sua sede principale a Chicago.

Nel nostro Paese, è presente con la Spencer Stuart Italia srl, presieduta appunto da Corsi, con uffici sia a Milano che a Roma, ed opera ad altissimi livelli, come riportato in due articoli apparsi ad aprile del 2014 sia sul settimanale l’Espresso che sul Fatto Quotidiano.

Se la Spencer Stuart - si sono chiesti in tanti - ha tra le proprie finalità anche quella di reclutare, per conto di terzi e, quindi, a pagamento, amministratori delegati, direttori operativi, direttori finanziari e direttori generali, per quale motivo il suo presidente ha accettato di farlo per il Cnr a titolo praticamente gratuito, dal momento che nel provvedimento firmato da Inguscio il 2 febbraio scorso viene specificato che “L’incarico dei componenti della Commissione (di selezione, ndr) è a titolo gratuito e ad essi spetterà esclusivamente il rimborso delle spese eventualmente sostenute per la partecipazione alle riunioni dell’organismo”?

Tra i soliti maligni, che a piazzale Aldo Moro certamente non mancano, c’è chi ha subito ipotizzato che la presenza nella Commissione de qua del n. 1 di una delle più grosse società di reclutamento di figure apicali, da collocare in posti di responsabilità e di potere, potrebbe rappresentare una sorta di prova generale di una modalità da utilizzare nel breve termine per l’individuazione da parte dell’ente dei direttori di dipartimento e di istituto.

Da sempre, la valutazione dei candidati è affidata ad una molteplicità di commissioni, i cui lavori spesso si prolungano per mesi se non per anni, come nel caso del concorso per 3 posti di dirigente di II fascia – tuttora in itinere – vicenda della quale Il Foglietto si è occupato mesi fa.

Se le intenzioni del Cnr fossero davvero quelle ipotizzate, la sempre preannunciata riorganizzazione dell’ente - che per ora sembra riguardare solo i compensi dei direttori - potrebbe avvenire in tempi assai più rapidi rispetto al passato, al punto da essere conclusa entro la scadenza del mandato del presidente Inguscio.

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