Il Consiglio dei ministri dello scorso 22 febbraio, ha approvato il decreto di riparto delle risorse del Fondo investimenti, siccome rifinanziato dalla legge di bilancio 27 dicembre 2017, n. 205.
Il decreto, non ancora pubblicato in quanto in attesa del visto da parte della Corte dei conti, prevede, tra l’altro, uno stanziamento di circa 4,2 miliardi di euro per il Miur, da erogarsi nell’arco di 15 anni (2018-2033).
Tale stanziamento è vincolato per 2,9 miliardi all’edilizia scolastica e per 200 milioni, a quella universitaria: il tutto finalizzato all'adeguamento antisismico e antincendio delle scuole; alla messa in sicurezza degli istituti che, a seguito di indagini diagnostiche, hanno evidenziato situazioni di criticità; alla realizzazione e alla riqualificazione di posti nelle residenze universitarie. Alla Ricerca, invece, andranno, sempre a regime, risorse per quasi 1,1 miliardi, di cui 250 milioni destinati al Fondo per gli investimenti nella ricerca scientifica e tecnologica (First); 25, al Fondo integrativo speciale per la ricerca (Fisr); 600, sempre a regime, al Cnr, vincolati alla “impostazione strategica nello sviluppo delle politiche scientifiche”. Dei restanti 200 milioni, 185 andranno all’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf), per i progetti “Cherenkov telescope array e Square kilometer array” e 15 all’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn), per l'infrastruttura di calcolo scientifico.
Resta sempre irrisolto il problema del precariato, che da anni affligge gli enti di ricerca, per il quale chi si attendeva dal governo uscente un decreto ad hoc con un corposo stanziamento è rimasto ancora una volta deluso.