Giornale on-line fondato nel 2004

Sabato, 13 Dic 2025

Ambiente e stile di vita sono più importanti per lo sviluppo dell’obesità dei geni che ereditiamo. Questa è la principale conclusione di uno studio pubblicato su Physiological Measurement da un gruppo di ricercatori del Centro della Complessità e i Biosistemi (CC&B) dell’Università di Milano.

L’obesità è un serio problema di salute e un importante fattore di rischio per molte malattie cardiovascolari, soprattutto nei paesi sviluppati. Alcuni studi ipotizzano che la sua origine possa essere genetica ma, al momento, questa spiegazione sembra essere applicabile solo al 5% dei casi più gravi di obesità. Il contributo genetico, infatti, non consente di spiegare la maggior parte delle variazioni individuali dell’indice di massa corporea. Variazioni che sarebbero quindi da attribuire a fattori ambientali e allo stile di vita delle persone. I dubbi rimangono, però, e l’effettiva importanza del background genetico non è ancora chiara.

“In uno studio precedente avevamo identificato una serie di 38 geni la cui attivazione è correlata con diverse caratteristiche associate all’obesità: infiammazioni, cancro, disturbi della riproduzione e dell’umore”, spiega Francesc Font-Clos, ricercatore al CC&B e autore principale dello studio. “Abbiamo quindi cercato di capire se questa sorta di firma genetica potesse aiutarci a indagare il ruolo che i nostri geni giocano nello sviluppo dell’obesità”.

Font-Clos e i suoi colleghi hanno raffrontato la loro lista di geni con quelle che altri studi hanno associato alle variazioni dell’indice di massa corporea. Il confronto – realizzato grazie a un algoritmo sviluppato in precedenza al CC&B, che consente di aumentare l’efficacia di simili analisi comparative – è stato effettuato su più di seicento campioni provenienti da un database britannico di gemelli. Lo studio di coppie di gemelli con diversi indici di massa corporea, infatti, è un’ottima opportunità per studiare la relazione fra il background genetico e l’obesità.

I risultati delle analisi hanno rivelato che la firma genetica dell’obesità, identificata in un precedente lavoro, è correlata sia all’indice di massa corporea sia alla massa grassa. In particolare, i ricercatori del CC&B hanno scoperto che nei gemelli monozigoti le differenze nell’attivazione di questa firma genetica non sono dovute al loro genoma, che è identico, ma alle variazioni nella massa corporea. Il che significa che non è il genoma a provocare l’insorgenza dell’obesità ma che è quest’ultima – provocata da fattori ambientali e stili di vita – ad attivare alcuni geni a loro volta implicati in processi come l’infiammazione o i disturbi dell’umore.

“I nostri risultati dimostrano che l’ambiente ha un ruolo più importante del genoma nello sviluppo dell’obesità”, commenta Caterina La Porta, professoressa di Patologia generale al Dipartimento di scienze e politiche ambientali dell’Università di Milano e coordinatrice di questa ricerca. “Non si diventa obesi perché si ereditano alcuni geni sfortunati. Non è questione di sfortuna ma di condizioni che possono essere cambiate. Per questo è importante studiare l’obesità in un contesto più ampio, che includa sia fattori interni che esterni, e le loro interazioni reciproche.”

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Ti piace l'informazione del Foglietto?

Se ti piace quello che leggi, puoi aiutarci a continuare il nostro lavoro sostenendoci con quanto pensi valga l'informazione che hai ricevuto. Anche il costo di un caffè!

SOSTIENICI

empty alt

L’Opec sul petrolio gioca al ribasso

Sembra che l’Opec sia tornata al passato, ai primi anni Dieci del nuovo secolo, quando...
empty alt

UniPi celebra il bicentenario della istituzione della cattedra di Egittologia

A Pisa 200 anni fa, per la prima volta al mondo, l’Egittologia faceva il suo ingresso in un’aula...
empty alt

Giornata Mondiale dei Diritti Umani 2025: il ruolo delle scienziate

Diverse donne di scienza, in epoche e discipline differenti, hanno unito ricerca e impegno per i...
empty alt

“L’ombra del corvo”, film struggente, inquietante, a tratti spaventoso

L’ombra del corvo, regia di Dylan Southern, (titolo originale The Thing with Feathers, tratto dal...
empty alt

La seconda missione dell’ivacaftor, farmaco finora attivo contro la fibrosi cistica

Nel mondo della medicina di precisione l’ivacaftor, uno dei primi farmaci approvato contro la...
empty alt

Anci e Legambiente al Governo: stanziare maggiori fondi per demolizione immobili abusivi

Come emerge dall’indicatore sull’abusivismo edilizio curato dall’Istat in collaborazione con il...
Back To Top