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Giovedì, 28 Mar 2024

Un dato è certo: dal 15 febbraio scorso, il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), è senza presidente e, quindi, non ha un legale rappresentante e un regolare consiglio di amministrazione, siccome richiesto dalla legge e dallo statuto.

Eppure, si tratta del più grosso ente di ricerca del paese, con 8 mila e passa dipendenti, di cui oltre 5mila tra ricercatori e tecnologi; un centinaio di Istituti e circa trecento sedi sparse su tutto il territorio nazionale; un budget di oltre 900milioni annui, di cui almeno 650 di provenienza Miur (ora, Mur), cioè di fondi pubblici.

In tanti, da settimane, si chiedono come sia potuta verificare una simile anomalia che, per alcuni, è, addirittura, un’aberrazione.

Noi del Foglietto, rari nantes in gurgite vasto, possiamo dire di aver preconizzato, in epoca non sospetta, un simile evento che certamente non dà lustro al Cnr né al paese, e non perché siamo dotati di poteri divinatori ma solo per aver valutato con attenzione ciò che da mesi stava accadendo.

Ma veniamo ai fatti.

Tutti, ma proprio tutti, sapevano che il mandato quadriennale del presidente del Cnr, Massimo Inguscio, e dell’intero cda (ad esclusione del componente eletto della comunità scientifica a ottobre 2019) sarebbe scaduto alla mezzanotte del 14 febbraio 2020. In primis, ne era a conoscenza il Ministro dell’istruzione Lorenzo Fioramonti, cui all’epoca spettava non solo la vigilanza sullo stesso Cnr ma anche la nomina del nuovo organo di vertice.

Ebbene, i competenti Uffici del dicastero di viale Trastevere, in data 16 dicembre 2019, pubblicavano un “avviso di chiamata pubblica alla candidatura di presidente del Consiglio nazionale delle ricerche”, a firma del coordinatore del Comitato di selezione.

Il Ministro Fioramonti, come noto, il 30 dicembre 2019 rassegnava le proprie dimissioni e, dal 10 gennaio 2020, veniva sostituito dal premier Conte con il professor Gaetano Manfredi, già al vertice della Crui.

Quest’ultimo, verosimilmente, si è trovato sulla scrivania ministeriale, o lo ha ricevuto solo successivamente al suo insediamento, il dossier con la cinquina individuata dal ridetto Comitato, della quale, secondo diverse fonti giornalistiche e interne al Cnr, faceva parte anche la neo Ministra dell’università e della ricerca (Mur), Maria Cristina Messa.

A causa della sopravvenuta emergenza sanitaria causata dal Covid, dichiarata il 31 gennaio 2020, il Governo adottava, tra i vari provvedimenti, anche il decreto-legge 17 marzo 2020, n.18, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2020, n.27, il cui articolo 100, comma 2, testualmente recita:

I mandati dei componenti degli organi statutari degli Enti pubblici di ricerca di cui all'articolo 1 del decreto legislativo 25 novembre 2016, n. 218, ad esclusione dell'Istituto Nazionale di Statistica - ISTAT, sono prorogati, laddove scaduti alla data di entrata in vigore del presente decreto ovvero in scadenza durante il periodo dello stato di emergenza deliberato dal Consiglio dei ministri in data 31 gennaio 2020, fino al perdurare dello stato di emergenza medesimo. Nel medesimo periodo sono altresì sospese le procedure di cui all'articolo 11 del Decreto Legislativo 31 dicembre 2009, n. 213”.

Tale ultimo riferimento normativo riguardava il blocco delle attività dei Comitati di selezione che, unitamente alla proroga dei mandati dei presidenti scaduti, veniva più volte confermato a mezzo decreti-legge, tutti convertiti dalle Camere, fino al 31 dicembre 2020, senza possibilità di ulteriori proroghe e ciò in virtù di un emendamento - presentato dalla senatrice Bianca Laura Granato in occasione della conversione in legge del decreto n.125 del 7 ottobre 2020 - trasformato in comma 4-bis del predetto art. 100, in base al quale il rinnovo dei mandati degli organi di vertice scaduti degli enti di ricerca doveva, “in ogni caso”, avvenire entro il 31 gennaio 2021.

A seguito di tale nuova disposizione, il titolare del Mur Manfredi ricostituiva ex novo, con D. M. n. 847 del 6 novembre 2020, il Comitato di selezione, affidandone il coordinamento al professor Giorgio Parisi, Presidente dell’Accademia dei Lincei, che tempestivamente emanava avvisi per la selezione dei presidenti (il cui mandato risultava da tempo scaduto) di Ingv, Inrim e Area Science Park, ma non del Cnr.

Certamente non una dimenticanza del Comitato di selezione ma una precisa volontà del Ministro di cui, a distanza di più di tre mesi, non si riesce a comprendere la motivazione, soprattutto per gli effetti che sono derivati, dapprima, dalla mancata nomina di uno degli aspiranti presenti nella cinquina e, poi, dalla mancata rinnovazione della selezione, effetti che oggi sono sotto gli occhi di tutti e che, come abbiamo detto in apertura di questo articolo, da due settimane vede lo stesso Cnr paradossalmente privo di legale rappresentante!

Manfredi, però, due giorni prima delle dimissioni del governo di cui faceva parte, e segnatamente in data 11 febbraio, batteva un colpo sul Cnr, non per comunicare il nome del nuovo presidente, bensì per la nomina di tre membri del cda, due dei quali però, a stretto giro di posta, rassegnavano le proprie dimissioni, tant’è che la prima riunione del ricomposto (si fa per dire) consesso, l’ultima della gestione Inguscio, convocata per il 13 febbraio, andava deserta per mancanza del numero legale, senza che l’unico punto all’odg “Nomina del vice presidente” potesse essere affrontato.

Questa la macroscopica anomalia o, meglio, l’emergenza, difficilmente riscontrabile nella variegata galassia della pubblica amministrazione, di fronte alla quale la neo Ministra vigilante si è venuta a trovare al momento del suo insediamento per la soluzione della quale, il 19 febbraio, ha subito adottato un provvedimento, non di nomina del nuovo presidente, bensì di sostituzione di uno dei membri dimissionari del cda nominati da Manfredi.

Al contempo, il Mur, con apposita nota indirizzata al Cnr, raccomandava al consigliere d’amministrazione più anziano anagraficamente di convocare il cda, con all’ordine del giorno: Nomina del vice presidente.

A tale disposizione, dava immediata esecuzione il consigliere anziano anagraficamente Lucio d’Alessandro, Rettore dell’Università Suor Orsola Benincasa, che convocava il cda per domani alle ore 16, secondo le prescritte modalità telematiche, gli altri due componenti in carica.

Sta per tornare il sereno, dunque, a piazzale Aldo Moro? Tutt’altro, sembrerebbe.

La neo Ministra, sempre a nostro avviso, per porre la parola fine alla incresciosa vicenda venutasi a creare, certamente non per colpa sua, avrebbe potuto - dopo aver ricomposto il cda, seppure con tre componenti su cinque - scegliere tempestivamente il nome del nuovo presidente dalla cinquina frutto del lavoro del Comitato incaricato dal Ministro Fioramonti, oppure nominare un Commissario e due sub Commissari, nelle persone dei tre membri effettivi del cda (Nicola Fantini, eletto dalla comunità scientifica del Cnr; Lucio d’Alessandro, scelto sulla base della terna proposta dalla Crui; Nicoletta Amodio, nominata in base alla terna proposta dall'Unione italiana delle Camere di commercio e dalla Confindustria), per il tempo necessario all’espletamento di una nuova selezione - da parte del ricostituito Comitato coordinato dal professor Parisi - giustificato dal notevole lasso di tempo decorso dalla precedente selezione.

La nomina a Commissario del membro del cda eletto dalla comunità scientifica del Cnr sicuramente sarebbe stata accolta con favore dal personale, se non altro per la profonda conoscenza che Fantini ha dell’organizzazione dell’ente e delle relative criticità.

Il Mur, invece, ha deciso di intraprendere un percorso più tortuoso e pieno di insidie, dal momento che raccomandando, non si sa bene in base a quale norma di legge o statutaria, al “consigliere anagraficamente più anziano” (perché non a quello più anziano nella carica?) di convocare il cda “ai fini dell’elezione del vice presidente”, ha di fatto svolto funzioni di gestione dell’ente, che non sembrano consentite.

Appare davvero strano che in un paese dove, da sempre, le emergenze si affrontano con tanti commissari, al Cnr il ricorso per un breve periodo a tale figura, peraltro prevista dalla legge, spaventi tanto.

A meno che, quello che è sotto gli occhi di tutti, anche di chi non vuol vedere, sia ordinaria amministrazione.

Infine, l’auspicio della stragrande maggioranza del personale del Cnr è quello che, se un vice presidente domani si debba comunque eleggere, per la ragioni suesposte, sia il consigliere più anziano nella carica.

Adriana Spera
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AGGIORNAMENTO DEL 25.2.2021

Nel corso della odierna riunione, il Cda del Cnr ha aletto, all'unanimità, il consigliere Lucio d'Alessandro vice presidente dell'ente. Con una nota, il Cnr ha fatto sapere che "Il ministro Messa, prima dell'apertura dei lavori, ha portato il proprio saluto al Cda, confermando che la nomina del presidente dell'Ente rappresenta una sua assoluta priorità".

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