Alla genetista Nettie Stevens, nata a Cavendish, nello Stato del Vermont, il 7 luglio 1861, si deve la scoperta dell’esistenza del cromosoma Y, quello che differenzia il sesso maschile dal femminile.
Esaminando i cromosomi di diversi insetti, per la prima volta riconobbe che le differenze osservabili potevano essere collegate a quelle sessuali.
Negli esperimenti condotti per arrivare a questo risultato studiò svariati insetti e individuò il cromosoma Y nel verme della farina. Era il 1905.
La sua ricerca rivoluzionò le conoscenze biologiche sulla determinazione ereditaria del sesso. Nettie Stevens la sottopose per una valutazione al prof. T. H. Morgan che stava conducendo la stessa ricerca sulle mosche drosofile.
Costui le fece molti complimenti e si impadronì dei suoi risultati che approfondì e che lo portarono ad aggiudicarsi il Nobel per la Medicina nel 1933. Fu un vero furto perché senza la scoperta di Nettie non sarebbe arrivato a esiti significativi.
Nettie Stevens si guadagnò il premio Ellen Richards, un riconoscimento che viene assegnato alle grandi scienziate, in ricordo della fondatrice dell’ecologia, una delle donne più attive della “Naples Table Association”. Morì nel 1912 a Baltimora.
Thomas Hunt Morgan scrisse il necrologio per la rivista Science, in cui la definiva più “un tecnico” che “uno scienziato”.
Per approfondire: “Scienziate nel tempo. Più di 100 biografie", Ledizioni, Milano 2020, pag. 250.
Sara Sesti
Matematica, ricercatrice in storia della scienza
Collabora con l'Università delle donne di Milano
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