Spesso ci si chiede come abbiano potuto contribuire alle scienze “dure” le studiose vissute prima dell’apertura delle università alle ragazze.
Sappiamo per certo che l’accesso agli studi superiori è indispensabile per una preparazione di base nelle discipline che oggi vengono raggruppate nell’acronimo STEM. L’ accesso alle università è avvenuto per le donne solo a metà dell'Ottocento, quando il Politecnico di Zurigo aprì le sue porte alle studentesse, nel 1876.
Prima di allora l’educazione delle giovani era finalizzata a trovare un marito e a diventare brave padrone di casa.
Le scienziate che riuscirono ad affermarsi senza accedere alle Scuole superiori avevano due caratteristiche comuni. Provenivano da famiglie colte e facoltose ed erano quasi sempre affiancate da una figura maschile molto importante: un marito, un padre, un fratello o un amante, in grado di fornire loro la preparazione che veniva negata dalle istituzioni.
Le coppie più famose sono quelle formate da Ipazia e dal padre Teone, il grande matematico; da Caroline Herchel e dal fratello Wilhelm, pionieri dell'astronomia; dalla Marchesa du Châtelet e dall'amico Voltaire; o dai coniugi Marie Paulze e Pierre Lavoisier, fondatori della chimica moderna.
Nell’immagine in alto, Ipazia e Teone in un fotogramma tratto dal film Agora di Alejandro Amenábar, che racconta la vita e il femminicidio della grande filosofa e scienziata.
Per approfondire: “Scienziate nel tempo. Più di 100 biografie", Ledizioni 2020, pag. 250.
Sara Sesti
Matematica, ricercatrice in storia della scienza
Collabora con l'Università delle donne di Milano
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