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Giovedì, 28 Mar 2024

Max Fig.2bis ridAnche qui, in Québec, la situazione è decisamente peggiorata verso fine anno.

Dopo Natale, che è stato possibile festeggiare insieme ad un massimo di 6 persone, è arrivata la stretta temuta: cene permesse alla bolla familiare residente, un invito possibile ad un massimo di una persona sola, dal 31 dicembre coprifuoco dalle 22 alle 5, chiusura ristoranti e locali pubblici, chiusura di tutti i negozi la domenica. Oltre il consueto annuncio in tv, è arrivata una notifica su tutti i cellulari presenti in Québec.

 

Capodanno con coprifuoco, quindi: e la maggior parte dei cittadini segue le indicazioni, sia pure fra qualche protesta.
Le ragioni della stretta sono da ricercarsi nell’aumento vertiginoso dei contagi ma, soprattutto, nella diminuita capacità ospedaliera – già limitata in tempo di pace – anche a seguito dell’elevato numero di assenze del personale (20.000, circa il doppio della prima ondata). In tutto il Canada ci sono circa 5500 letti occupati, circa 2000 nel solo Québec. Lo conferma il fatto che il telegiornale ha cambiato messaggio: prima gli stati si andavano colorando mentre veniva proposto il numero giornaliero di contagi, mentre da qualche giorno viene proposto il numero di ospedalizzazioni.

In qualche ospedale alcuni pazienti non-covid vengono trasferiti presso case di riposo attrezzate, con grandi preoccupazioni da parte di parenti e sanitari stessi.

La sanità in Canada è gratuita ma, soprattutto in Québec, estremamente fragile, anche se il governo in carica (Coalizione per l’Avvenire del Québec) sta(va) facendo del suo meglio per migliorarla, dopo anni di tagli e disattenzione. Basti pensare che solo il 65% dei cittadini ha un medico di base e che il governo si era ripromesso di portare questo numero all’85% in qualche anno. Da tenere presente quando ci si lamenta troppo (anche se giustamente) di quella italiana.

Naturalmente la situazione attuale determina un rallentamento della medicina “non-covid” che sta rapidamente portando al blocco di tutte le operazioni chirurgiche non vitali; e già si intravede la possibilità di dover decidere la priorità di ricoveri in terapia intensiva secondo la gravità e/o l’aspettativa di vita, come preso in considerazione anche in Europa. Al tempo stesso aumentano sia le proteste NoVax, sia quelle di chi ritiene – a ragione – che i NoVax stiano contribuendo in modo eccessivo al quasi collasso del sistema sanitario e invoca misure più efficaci contro di loro. L’Italia, con il suo obbligo di vaccino sopra i 50 anni, viene citata come modello, anche se nessuno si capacita della ridicola ammenda di 100 euro in caso di infrazione.

Di recente, un episodio ha scioccato la popolazione. Un gruppo di circa 150 giovani ha noleggiato un charter della linea aerea Sunwing per andare il 30 dicembre da Montréal a Cancun, con tanto di DJ a bordo. Una volta in volo si sono lasciati andare a feste, balli, alcool, fumo ecc., il tutto ovviamente senza maschera né distanziazione.

Sembra che i piloti dell’aereo abbiano ritenuto più prudente arrivare a Cancun piuttosto che tornare indietro, come il protocollo avrebbe suggerito, tenendo conto della evidente situazione di pericolo. Sta di fatto che Sunwing ha annullato il volo di ritorno e che altre compagnie si sono rifiutate di prendere a bordo quei passeggeri, che ora cercano di rientrare con ogni mezzo possibile. Sembra anche che siano stati accertati focolai.

Una ditta di trasporti di Montréal (reale) ne ha approfittato per fare della garbara ironia sulla vicenda.

 

 

A parte questo, l’hockey su ghiaccio, sport nazionale che già vedeva incontri fra squadre decimate dal Covid, dopo Capodanno ha subito una pausa di qualche giorno. Meglio così per i “pluriscudettati” Canadiens di Montréal (hanno vinto 24 volte la Coppa Stanley, che si gioca fra squadre canadesi e US; la seconda, Toronto, ha vinto 13 volte): dopo aver raggiunto l’anno scorso la finale, senza vincerla, conoscono quest’anno una pessima stagione.

Il dibattito politico segue i caratteri di quello europeo, senza tuttavia il gioco al massacro di quello italiano. L’assemblea nazionale del Québec – ricordo che il Canada è uno stato federale – è in pausa anche se le opposizioni ne vorrebbero la riapertura per discutere le misura per far fronte alla situazione (si comincia a discutere di vaccinazione obbligatoria).

A differenza dell’Italia, non ci sono elezioni in vista e non c’è una campagna elettorale permanente. Così è stato possibile che i media si siano soffermati anche su altri presidenti, magari più importanti: la storica vittoria di Gabriel Boric in Cile ad esempio, per chi ha una certa età dalle nostre parti e non solo, vale moltissimo. Oppure l’Honduras, dove Xiomara Castro ha vinto le elezioni di fine novembre, ponendo fine a anni di governi di destra e parzialmente illegali: prima donna a governare il paese. E anche le Barbados, la cui presidente ha dichiarato la fine dello status di “Dominion” della Regina (l’ultima volta era stata Mauritius, decine di anni fa); il tutto alla presenza del principe Carlo, che ha versato lacrime sulla tratta degli schiavi, di cui Barbados era un importante Hub britannico. Un piccolo campanello per ricordare, soprattutto agli independisti, che anche il Canada non è una repubblica ma ancora un “Dominion” esso stesso.

E l’inverno canadese continua, alternando giornate molto fredde ma soleggiate ad altre meno fredde ma grigie. Nei parchi urbani vengono create piste di pattinaggio, di cui approfittano persone senza distinzione di lingua, etnia e credo.

(2 - segue)

Massimiliano Stucchi
Sismologo, già dirigente di ricerca e direttore della Sezione di Milano dell’INGV
Fondatore e curatore del blog terremotiegrandirischi.com
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Articolo precedente:
Dicembre 2021: Québec, Covid e altre storie

 

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