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Venerdì, 29 Mar 2024

Per "interposta persona" mi è stato fatto sapere che il vertice della SOGIN non ha gradito quanto ho scritto nell'ultimo numero del Foglietto, a proposito del Deposito delle scorie nucleari.

E che ho perso la stima che da sempre riponeva in me come scienziato.

Il mio articolo era un po' provocatorio e prevedevo una decisa smentita, che chiarisse che in una materia così delicata tutto è fatto al meglio delle odierne possibilità tecnologiche.

Invece solo un aspetto del tutto secondario sembra aver irritato il vertice della SOGIN, aspetto che non val la pena qui nemmeno di considerare, visto che sono interessato solo alla sicurezza nostra e delle future generazioni, come recita la comunicazione SOGIN nel suo bel sito.

È, poi, evidentemente del tutto irrilevante la stima di cui io possa o non possa godere. Sono stato fortunato: ho fatto una carriera talmente rapida e completa da non aver alcun tipo di rimpianto e da non dover piatire la stima di nessuno.

Mi aspettavo un'abbagliante chiarezza sui 15.000 metri cubi di materiali estremamente pericolosi, residui del combustibile delle nostre centrali  dismesse.

Insinuavo addirittura che si preferisse non parlarne sopratutto semplicemente perché non si sa cosa dire.

Ma su questo nessuna reazione.

Continua, quindi, ad essere difficile avere informazioni sicure su questi argomenti.

Cercherò qui di mettere in fila le cose che conosco in modo che sia più facile, se qualcuno vorrà farlo, correggere le mie interpretazioni e smentirmi drasticamente.

Verrà costruito in qualche luogo un deposito di superficie per le scorie nucleari a bassa e media pericolosità, attualmente sparse se non addirittura dimenticate per tutto il Paese.

Il Deposito  dovrebbe essere pronto entro il 2025.

Sarà  all'interno di un Parco Tecnologico, che immagino pieno di alberi e con grandi parcheggi ma di non facile accesso. Come nei film americani ....

Per i materiali ad altissima pericolosità, cioè i famosi 15.000 metri cubi, si pensa se ho ben capito, ad un deposito geologico in profondità da qualche parte, non necessariamente in Italia.

Ci si pensa ma non c'è niente di definito al riguardo.

So, da quanto afferma la  SOGIN stessa, che questi rifiuti particolarmente pericolosi verranno "appoggiati" provvisoriamente nel bel Deposito dentro il Parco Tecnologico.

Non si dice però quanto durerà questa fase provvisoria, anzi tutte le informazioni e le passate esperienze  portano a pensare che ci troviamo di fronte a una soluzione temporanea di durata pressoché illimitata.

Dal Sole24Ore scopro che a partire dal 2018 cominceranno a tornare in Italia questi materiali  ad altissima pericolosità, che erano stati inviati in Paesi lontani per farli diventare un po' meno pericolosi.

Ma nel 2018, il Deposito non sarà ancora pronto: e allora dove verranno sistemati provvisoriamente per sette anni, prima di essere sistemati, sempre provvisoriamente, nel Deposito dentro il bel Parco Tecnologico?

Sono queste domande indiscrete o domande per le quali non esistono risposte ragionevoli?

Veramente si pensa che un Paese europeo si offrirà di costruire il Deposito delle scorie pericolose per tutto il Continente?

E anche se fosse, quanti decenni, a partire da oggi,  si ritiene che saranno necessari prima che si identifichi il luogo, lo si attrezzi e diventi accessibile?

Sospetto fortemente che, grazie alla dilatazione dei tempi, in realtà nessuno si preoccupi veramente di questioni così impopolari. Fra dieci, vent'anni chissà chi avrà il compito e l'onere di sciogliere questi nodi!

Adesso contentiamoci di individuare un posto dove costruire un bel Parco Tecnologico ... per il resto vedremo: qualche Santo ci aiuterà!
Filosofia ... condivisibile .... che magari funziona ....

Però sarebbe doveroso spiegare ai Comuni che, si pensa numerosi, si proporranno per aggiudicarsi la ricca torta, che nel Deposito progettato per scorie a bassa intensità verranno sistemati anche rifiuti ad altissima pericolosità, che necessiterebbero di un deposito con ben altre caratteristiche. E andrebbe anche spiegato con cura perché quei rifiuti necessitano trattamenti particolarissimi e quali sono i rischi in gioco.

Non voglio ripetere quanto già scritto in due miei precedenti articoli sul Foglietto, in quello della scorsa settimana e in quello del 25 novembre 2014, ma non posso sottovalutare l'aspetto sismologico di tutta l'operazione sul quale mi considero sufficientemente informato.

È mia convinzione che un'operazione di questa delicatezza richieda il massimo impegno possibile in tutti i suoi aspetti, anche in quelli apparentemente secondari.

E non di asserzioni con basi, a ben vedere, puramente burocratiche.

La credibilità di cui gode la classe tecnico-scientifica presso la gente nel nostro Paese, a torto o a ragione, non è molto elevata. Osservo che a questa scarsa credibilità complessiva ha contribuito non poco il grottesco e incongruo episodio di Scanzano Ionico.

Se il vertice della SOGIN avrà la pazienza di andare a rileggere i giornali dell'epoca scoprirà che una sola voce cercò di dare una risposta ragionevole alla domanda del perché e del percome era stata scelta Scanzano: la mia, pur non sapendone niente!

Non era accettabile che tutto il mondo tecnologico italiano divenisse zimbello del Paese e dei Politici, che amano sguazzare in queste cose per sentirsi superiori e scaricare su altri le loro frustrazioni e inettitudini.

E individuai qualche ragione non banale per dare un minimo senso delle cose forse addirittura ignota a chi la scelta l'aveva fatta.

Il vertice SOGIN può  trovare le mie considerazioni, forse tuttora scientificamente interessanti, sul Corriere della Sera di allora, insieme a quelle di altri di ben diverso tenore.

Ricordo questo per non venire qui tacciato di essere un piantagrane o un bastian contrario a priori. Tipico metodo usato da di chi non ha argomenti per tacitare coloro che non si adeguano.

Ebbene, la scarsissima credibilità di qualche personaggio coinvolto in aspetti certamente non marginali di questa operazione porterà  a una scarsissima credibilità del progetto nella sua interezza.

Il vertice SOGIN mi ha fatto anche sapere che una volta al mese il Consiglio scientifico per il Deposito si è riunito per affrontare i problemi al massimo livello possibile.

Allora chiedo: è possibile vedere i verbali di queste riunioni, per capire che questioni sono state affrontate e chi era presente ad affrontarle? O sono secretati?

Forse, se questo accesso mi verrà consentito, riuscirò a capire come si può pensare che un deposito progettato per uno scopo possa, sia pure provvisoriamente, essere utilizzato per scopi molto al di là delle sue caratteristiche.

Mi sarà possibile anche capire come si è tenuto conto della pericolosità sismica del nostro Paese, sempre avendo in mente la sistemazione di rifiuti estremamente pericolosi.

Personalmente, anche se non ricambiato, ho la massima stima del vertice SOGIN: non può essere altrimenti.

Un uomo chiamato a risolvere un problema tanto delicato e complesso avrà alle spalle una carriera scientifica ed accademica ai massimi livelli possibili nazionali e internazionali e sarà stato scelto fra altri esclusivamente sulla base delle sue capacità, e non certo per altre ragioni.

*Enzo Boshi - Geofisico

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