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Sabato, 27 Apr 2024

Enzo BoschiDomani 20 maggio è il terzo anniversario del primo terremoto che tre anni fa colpì la Bassa emiliana.  Il secondo avvenne dieci giorni dopo, il 29, e provocò la maggior parte delle vittime.

Il generoso impegno dei cittadini nel far ripartire subito le attività industriali, che la prima scossa aveva bloccato, e la mancanza di informazioni adeguate sulla probabile evoluzione del fenomeno determinarono la tragedia.

 

È noto a chi si occupa seriamente della sismicità italiana che, praticamente sempre, scosse di magnitudo attorno o superiori a 6 avvengono almeno a coppie: cioè nel giro di poco tempo se ne verifica un'altra della stessa entità, più o meno nella stessa zona.

La cosa è interessante e non proprio risolta sul piano scientifico ma, comunque, una scossa forte dopo una altrettanto forte deve essere presa come obbligo operativo dalla Commissione Grandi Rischi per un tempestivo intervento tecnico.

Addirittura c'è chi sostiene di disporre di un algoritmo prodigioso in grado di individuare l'evoluzione del fenomeno ...

Ma dopo il 20 maggio 2012 si tacque per timidezza o per distrazione? O per semplice e banalissima ignoranza?

È documentatissimo che dal Belice in poi si sono sempre verificate scosse ravvicinate, più o meno nella stessa zona entro un breve intervallo di tempo. È per questa ragione che, fino al terremoto di L'Aquila compreso, tutti gli edifici della zona epicentrale venivano fatti evacuare e controllati con grande cura da attenti specialisti, prima di essere (raramente) considerati agibili.

I sismologi e gli ingegneri della Grandi Rischi dell'epoca curavano con molta attenzione queste operazioni delicatissime.

In Emilia si è assistito  all'assurdo: nessuna indicazione fra il 20 e il 29 maggio, indicazione che avrebbe potuto salvare vite umane, e poi un eccesso di attività nella ricerca di cause ridicole delle due scosse, che denotano totale mancanza di professionalità e desiderio di sviare l'attenzione dai veri responsabili: fracking notturno, progetti di carta generatori di terremoti, mappe ufficiali che sottovalutano la pericolosità ... la confusione ... il delirio!

Ma l'apice del caos operativo si raggiungerà nei primi giorni di giugno quando, a fenomeno ormai concluso, il Presidente del Consiglio dell'epoca, Mario Monti, lancerà un allarme, addirittura preconizzando in diretta televisiva una scossa devastante nel Ferrarese.

Insomma, l'allarme che avrebbe dovuto essere dato con gran senso organizzativo il 20 maggio, subito dopo la prima scossa, viene lanciato incredibilmente con tre settimane di ritardo, a tragedia avvenuta, quando il fenomeno era ormai concluso.

Va ricordato che il Presidente del Consiglio, dopo aver lanciato l'allarme sismico (cosa mai avvenuta prima da parte del massimo potere esecutivo nella storia del mondo occidentale) ebbe a ringraziare i vertici della Commissione Grandi Rischi per la collaborazione ...

Sembrerebbe quasi una storiella divertente se non ci fossero di mezzo tante vittime!

Ma il massimo del divertimento lo raggiungeremo con la commissione "internazionale", nota con l'acronimo ICHESE, istituita in gran fretta da Ministeri e Regione Emilia-Romagna, per stabilire le cause dei due terremoti.

Probabilmente si dubitava che in Emilia potesse valere la Teoria della Tettonica a Placche ...

E, infatti, questa ICHESE coadiuvata dai massimi enti di ricerca sismologica nazionale e con all'interno, come osservatore, il coordinatore della sezione sismologica della Grandi Rischi,  produce un rapporto di "non facile lettura", che si conclude con l'affermare che non si può escludere che i terremoti emiliani siano stati provocati dalle operazioni di modeste estrazioni petrolifere perpetrate in località Cavone.

La Regione tiene secretato il documento, non si capisce se perché si vergogna di una simile assurdità o, più semplicemente, perché scritto in modo incomprensibile.

Un brillante giornalista inglese lo trova e ne scrive su Science.

Scoppia il finimondo, documentato da qualche centinaio di articoli apparsi sui principali quotidiani.

Appena uscita questa assurdità, dichiaro al Corriere della Sera di Bologna che l’affermazione dell’ICHESE è destituita di qualunque fondamento scientifico, se non altro perché qualunque cosa avvenisse al Cavone non poteva generare prima un terremoto di magnitudo 6 a 20 km di distanza e, dopo dieci giorni, un altro dello stesso ordine di grandezza a poche centinaia di metri.

Sarebbe bastato conoscere un po' di fisica e di sismologia elementari per evitare una simile sciocchezza!

Il titolare della GasPlus, la società che fa le estrazioni al Cavone, mi ha raccontato chi ha avuto la brillante idea ... del pozzo petrolifero che scatena terremoti devastanti ... davvero istruttiva su come ormai funziona il sistema ...

Dopo l'ICHESE, si creano quattro o cinque commissioni a cascata, ognuna per giustificare i risultati incomprensibili dell'altra, per giungere, infine, a una che stabilisce che la sismicità indotta dalle estrazioni petrolifere va attentamente monitorata e analizzata ...

Fino ad allora, in tutto il mondo si estraeva petrolio tranquillamente ... improvvisamente in Emilia  si scopre che il petrolio potrebbe essere addirittura sismogenetico.

Tutto il mondo petrolifero a questa ferale notizia si blocca? No: nel mondo se ne infischiano di queste sciocchezze.

Ma non se ne può infischiare il nostro Governo, che rischia di bloccare tutta l'industria petrolifera italiana.

E allora vengono estratti dal cilindro dell'ENI sei sismologi statunitensi che dichiarano che il Cavone è innocente! Ma questi sismologi sono pagati dall'ENI e, quindi, per evitare un evidente conflitto e per limitare un po' il cattivo gusto, si chiede che la loro relazione venga validata dall'INGV che lo fa, affermando che il metodo seguito dagli americani è corretto. Ma lo stesso INGV si guarda bene dal validare i risultati anzi lo afferma esplicitamente e, quindi, non fa alcuna validazione!

Da non credere: si è tornati a prima di Galileo, le verifiche sperimentali sono inutili!  Ci si basa solo su  chiacchiere. Oppure i risultati "americani" non erano validabili!

Comunque, allo stato attuale delle cose non esiste un documento ufficiale che escluda che estrarre petrolio possa provocare terremoti! Mentre esiste il rapporto ufficiale ICHESE, voluto e pagato dal Governo, che afferma il contrario.

Con grande soddisfazione, immagino, degli abitanti di regioni ad altissima pericolosità sismica e ricche di petrolio, come la Val d’Agri, in Basilicata,  dove si estrae e si inietta a tutto spiano in prossimità di faglie sismiche attive e pericolosissime!

La cosa triste, che dovrebbe far riflettere,  è che né l'ENI né il Governo abbiano ritenuto di avvalersi dell'INGV per risolvere il problema o, peggio ancora, che lo stesso INGV non abbia imposto il proprio punto di vista come il più autorevole possibile su un argomento di tale rilevanza.

Addirittura, agli ottimi sismologi che vi operano è stato imposto di non esprimere opinioni, se non a titolo personale ...

Tutta questa storia, dai molti lati ancora inconfessabili, è stata documentata in questi tre anni in modo dettagliato dal Foglietto con numerosi articoli.

Non si può dimenticare, infine, che molti sfollati a seguito del terremoto del 2012 vivono tuttora in situazioni disagiatissime, malgrado la Regione continui a considerarsi l'eccellenza da imitare in queste materie.

*Geofisico

Post Scriptum

Ricevo, sempre più numerose, lettere anonime che illustrano episodi e attività interne all'INGV non molto edificanti. Anche se appaiono verosimili, non posso pubblicare cose anonime delle quali non posso verificare l'autenticità.

Tuttavia se sono vere, non abbiate paura a denunciarle apertamente! Alcune sarebbero addirittura da Procura della Repubblica.  Io cestino i messaggi anonimi. Per principio.

 

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