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Venerdì, 10 Mag 2024

Enzo BoschiIl 16 e 17 maggio, la Sogin ha aperto al pubblico le centrali nucleari dismesse in seguito al referendum abrogativo del 1987, una generazione fa.

Lo scopo di tanta liberalità è probabilmente quello di rassicurare i cittadini in vista della definizione dei possibili luoghi ove sorgerà il Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi.

 

L'operazione non sembra aver avuto grande successo presso i principali organi di informazione, che in pratica l'hanno ignorata.

D'altronde, non può risultare particolarmente interessante andare a vedere l'involucro di qualche cosa che non c'è più.

So che qualcuno particolarmente intelligente e intraprendente è andato con un contatore Geiger ma forse è rimasto in qualche modo deluso nel non registrare alcunché.

Personalmente sono rimasto deluso che, per l'occasione, non si è ritenuto di spiegare la ragione del ritardo nella presentazione della mappa dei possibili siti suggeriti per costruirvi l'ormai mitico Deposito Nazionale.

Come se noi cittadini italiani non fossimo abbastanza maturi per capire eventuali difficoltà.

Si dice che solo malelingue sostengano che il rinvio è dovuto alle elezioni, che stanno per svolgersi in alcune Regioni; speriamo che sia così, perché in Italia di elezioni ce ne sono tante e sarebbe molto difficile armonizzare la caotica evoluzione politica di Comuni e Regioni con la costruzione di un oggetto che richiederà più di una decina d'anni.

Perché non c'è alcun dubbio che un posto dove mettere questi benedetti rifiuti dovremo pur trovarlo.

Comunque, sul bel sito della Sogin si legge: "Il 13 marzo Ispra ha comunicato di aver consegnato al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e al Ministero dello Sviluppo Economico la sua relazione sulla proposta di Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI) alla localizzazione del Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi, trasmessa da Sogin.

Il 16 aprile 2015 il Ministero dello sviluppo economico e il Ministero dell’ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, hanno contestualmente chiesto degli approfondimenti tecnici a Sogin e all’Istituto Superiore per la protezione ambientale, Ispra, a proposito della Carta delle aree potenzialmente idonee ad ospitare il Deposito Nazionale (CNAPI).

La richiesta di informazioni tecniche è stata inoltrata, come previsto dal quadro normativo, per avere tutti gli elementi necessari ad esprimere il nulla osta sulla Carta delle aree che nei mesi scorsi era stata esaminata anche dall’Istituto superiore per la protezione ambientale. Sogin ed Ispra dovranno fornire gli elementi richiesti dai Ministeri entro 60 giorni."

Sempre sul sito della Sogin si legge anche: "Il Deposito è una struttura con barriere ingegneristiche e barriere naturali poste in serie, progettata sulla base delle migliori esperienze internazionali e secondo i più recenti standard AIEA (Agenzia Internazionale Energia Atomica) che consentirà la sistemazione definitiva di circa 75 mila metri cubi di rifiuti di bassa e media attività e lo stoccaggio temporaneo di circa 15 mila metri cubi di rifiuti ad alta attività."

Voler fare della "dietrologia" ad ogni costo non è né bello né elegante, anche se è uno degli sport nazionali preferiti. Tuttavia non credo che sia illegittimo porsi il problema del perché si mantengano tanto segreti questi approfondimenti che, se non sono elettorali, devono essere necessariamente tecnici. Non si può pensare che siano di natura "puramente burocratica", come qualcuno mi ha suggerito, credo, in totale buonafede.

Forse il rinvio potrebbe far sospettare che, nei molti anni passati da quando il problema dei rifiuti nucleari è stato posto, gli Organi Tecnici si sono "dimenticati" di approfondire qualche aspetto fondamentale, facendo perdere fiducia nel valore complessivo dell'operazione. Per questo si tiene il più assoluto riserbo per evitare di dare argomenti ad eventuali oppositori.

Voglio subito precisare che non sono mai stato coinvolto e non mi sono mai lasciato coinvolgere in tutta questa grottesca e triste vicenda e ho sempre difeso, per quanto marginale possa essere l’opinione di un geofisico, la fattibilità di un Deposito.

Sostenni da solo, quando tutti A POSTERIORI risultarono contrari alla scelta, che anche Scansano Ionico, opportunamente considerato, poteva andar bene, come si evince da queste mie dichiarazioni al Corriere della Sera, nel 2003.

Fu un momento particolarmente grottesco: non si è mai riusciti a sapere come era venuta fuori la proposta Scansano!

Sempre misteri: e poi ci si meraviglia che i professionisti del NO A TUTTO abbiano tanto seguito!

Osservo en passant, in via puramente accademica, che i 15.000 metri cubi ad alta attività che verranno "temporaneamente" stoccati nel deposito avrebbero bisogno di un luogo con le caratteristiche geomeccaniche di Scansano. Ma è evidente che i tempi in gioco saranno tali che consentiranno di diluire le decisioni e le soluzioni nei decenni a venire e, con esse, le responsabilità tecniche e politiche. Intanto personaggi, di cui è difficile valutare le competenze, potranno atteggiarsi a esperti risolutori di problemi complessi.

Che non ci si voglia troppo esporre, lo si capisce dalla sistemazione dei 15.000 metri cubi ad alta attività.

Che sorte avranno?

In un blog di Assoelettrica, un tizio, nascondendosi dietro l’anonimato di tal AleD, dandomi giustamente dell'ignorante in materia di scorie radioattive, suggerisce che potranno tranquillamente essere stoccate a Caorso.

Ora penso che, considerato che questo internauta lascia supporre che di rifiuti radioattivi se ne intende, la proposta di mettere quelli ad alta attività a Caorso, o in un'altra delle centrali dismesse, sia tutt'altro che una battuta.

Probabilmente i rifiuti che torneranno da Francia e UK (dopo il condizionamento) arriveranno molto prima del completamento del Deposito Nazionale dove, secondo i piani Sogin, troveranno una sede provvisoria. E allora provvisoriamente saranno appoggiati a Caorso.

Il dilatarsi dei tempi operativi darà poi stabilità a queste provvisorietà seriali.

*Geofisico

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