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Domenica, 05 Mag 2024

Il nuovo presidente dell'INGV non smette mai di sorprenderci con le sue esternazioni.

Abbiamo raccontato nei numeri passati del Foglietto che è stato uno dei sostenitori dell'esistenza di una faglia attiva molto pericolosa esattamente dove vengono reiniettati i fluidi di scarto delle perforazioni petrolifere in Val D'Agri, località Montemurro.

Abbiamo detto che o questa faglia non esiste o se esiste il pozzo di reiniezione va immediatamente chiuso.

Ufficialmente, per il nostro Governo la reiniezione di fluidi nella crosta terrestre può provocare terremoti disastrosi, specialmente se viene effettuata in zone ad elevata pericolosità sismica, come la Val D'Agri.

Ed infatti, dopo attenta riflessione, grazie ad una collaborazione di importanti enti statali, sono state emanate delle linee guida su come affrontare questi terremoti di origine antropica!

Seguendo queste linee guida, se ho ben capito, si impedirà il verificarsi di terremoti devastanti indotti dall'uomo (sismicità indotta).

Non ho ben capito come questo possa realizzarsi, ma gli autori sostengono che queste linee guida sono all'avanguardia nel mondo.

Ho cercato analoghe linee guida di altri Paesi ma non le ho trovate, tanto che mi è venuto il sospetto che sono all'avanguardia perché non ce ne sono altre!

La nuova sorpresa del presidente INGV da una lettera scritta in risposta a un signore che vive nella Bassa Emiliana (ove, nel maggio del 2012, si verificarono due scosse distruttive), che chiedeva lumi su quegli avvenimenti al nuovo presidente del massimo organo europeo di Sismologia.

Si scopre, dalla risposta molto "istruttiva", che in Emilia da anni bravissimi geologi "monitorano le falde" senza vedere "nulla di significativo"!

Forse non hanno gli strumenti adatti, forse non monitorano le "falde" giuste o forse semplicemente qualcuno parla, anzi scrive, tanto per dire qualcosa ...

Rispondendo, poi, alla richiesta sul perché la Commissione Grandi Rischi nella circostanza non dette tempestivamente un allarme dopo la scossa del 20 maggio - mettendo in sicurezza i cittadini come si è sempre fatto da quando la Commissione è stata creata, peraltro, proprio con questo scopo - afferma che era inutile che si riunisse, tanto "non avrebbe potuto prevedere la seconda scossa".

Ma di quale previsione va cianciando?

Chiunque abbia un minimo di conoscenze della sismicità italiana sa che, quasi sempre, le scosse tendono ad arrivare a coppie o addirittura a gruppi: gli esempi sono innumerevoli!

Ricordiamo sempre che nel 2012 la maggior parte delle vittime si ebbe con la seconda scossa, quella del 29 maggio!

E non si può dimenticare che la stessa Commissione l'8 giugno, quando tutto era ormai concluso, convinse l'allora presidente del Consiglio Mario Monti a lanciare un allarme prevedendo di fatto una scossa devastante sul Ferrarese.

Quindi, ritenevano di poter prevedere!

Anzi, uno dei membri della Commissione grandi rischi (addirittura membro del consiglio scientifico dell'INGV) sostiene di aver previsto le scosse del maggio del 2012 già dal gennaio precedente, come si evince da un suo scritto apparso in un libro (Prevedibile/Imprevedibile, Ed. Rubbettino, 2015).

Ma anche lo stesso presidente INGV nel 2014 pubblicamente affermava di essere in grado di prevedere i terremoti, avendo imparato moltissimo da quelli che lui considera precursori del terremoto aquilano del 2009.

Le sue parole precise (il testo completo è in un video):

Il modello che io vi ho presentato oggi è stato fatto grazie all’esperienza dell’Aquila: prima io personalmente non lo conoscevo. Adesso mi sentirei di dire che si poteva dire ... perché erano dei terremoti che aumentavano di numero ed aumentavano di magnitudo, quindi non era stato raggiunto il picco, perché in genere vi sono terremoti che aumentano poi vi è il picco dell’energia e poi uno sciame successivo. Sulla base di quella esperienza abbiamo imparato moltissimo e possiamo applicare per il futuro e cioè che ci sono molte evidenze che ci possono aiutare a dire “sta per arrivare un terremoto”, in un ambiente estensionale tipo il nostro".

Da simili affermazioni, appare evidente che il nuovo presidente dell'INGV si considera in grado di prevedere i terremoti e che ha sue idee molto originali sul come si generano.

Adesso avrà l'occasione di collaborare strettamente con colui che i terremoti li prevede addirittura con cinque mesi di anticipo: ne vedremo delle belle!

A costoro è affidata la sicurezza di alcune decine di milioni di italiani che vivono in zone altamente sismiche.

Questi signori prevedono terremoti dopo che si sono verificati, inventano, non si sa bene per quale ragione, faglie a dritta e a manca, si atteggiano ad “esperti” su questioni che attengono alla sicurezza di milioni di cittadini ...

Che possiamo fare per difenderci?

È ormai evidente che la comunità della geofisica italiana non è in grado di risolvere al suo interno queste situazioni che la squalificano forse irreversibilmente ... anzi, sembra che stia scomparendo, da un lato, dietro tanta ignoranza e, dall’altro, per le mille polemiche sterili fra coloro che, invece, hanno le competenze per rilanciare un ambiente che è stato ai vertici della ricerca scientifica italiana e internazionale.

L'ignoranza ha messo le ali?

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