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Sabato, 20 Apr 2024

Rivara è una frazione del Comune di S. Felice sul Panaro, in provincia di Modena. Il Ministero dello Sviluppo Economico la indicò, insieme ad una dozzina di altre località, come possibile deposito di gas.

In prossimità di Rivara, a circa 2000 m di profondità, inizia un serbatoio naturale in grado di custodire enormi quantità di gas.  

I depositi di gas hanno grande importanza economica e strategica per un Paese come il nostro con poche risorse proprie.  

La popolazione manifestò una decisa contrarietà e quindi non se ne fece niente.  

All'INGV era stato chiesto di svolgere una funzione di controllo su tutta l'operazione. Accettammo perché significava ricevere finanziamenti, dell'ordine dei 20 milioni, per monitorare un'area di grande interesse geofisico. Più o meno in quella zona si possono avere terremoti con profondità focali che possono variare da pochi a un centinaio di km. Nel giro di una breve distanza i sismi possono cambiare meccanismo focale. Si va da fratture (un terremoto è una frattura che si propaga nelle rocce crostali) distensive (allontanamento delle due facce della frattura) a fratture compressive (le due facce tendono a sovrapporsi).  

Le forze necessarie a creare le due differenti situazioni hanno differenti cause e direzioni. Le forze nascono dalla dinamica dell'interno della Terra.  

È importante capire come possano cambiare così drasticamente entro una breve distanza. Per trovare una spiegazione fisica sono necessarie misure ben definite e precise. Questo richiede investimenti notevoli particolarmente nelle condizioni geologiche della Val Padana ove i sensori devono essere montati. Adeguati finanziamenti avrebbero consentito di creare a Rivara un vero e proprio "laboratorio naturale". Sarebbe prima di tutto servito per stabilire se il deposito poteva esser fatto senza particolari problemi e poi eventualmente controllarne l'operatività, se sviluppato.  

Come ho già detto, l'idea è morta per l'ostilità degli abitanti del luogo.

L'ostilità, indubbiamente legittima, si è manifestata in tutta la sua virulenza anche mettendo in discussione, con la collaborazione di pseudoesperti, la mia correttezza e le mie competenze.

Ma non ho intenzione di riaprire polemiche all'epoca sollecitate da un paio di questi pseudoesperti, all'esclusiva ricerca di visibilità.  

Mi preme invece far presente che un Senatore modenese, Stefano Vaccari, ha fatto passare un emendamento alla Legge 28.12.2015, n. 221 (GU n. 13 del 18.1.2016, art.70 comma 2 lett. l) con cui viene stabilito che devono essere precluse le attività di stoccaggio di gas naturale in acquiferi profondi.  

Il Senatore modenese non spiega che cosa siano gli acquiferi profondi, cioè non indica quali siano i parametri oggettivi che identificano un acquifero profondo. Da nessuna parte è dato trovarne una definizione: si sa solo che un acquifero profondo non è un giacimento depleto, cioè un giacimento che conteneva grandi quantità di gas che sono state estratte nel tempo. 

A Rivara c'è una conformazione geologica adatta a contenere gas, ma non è un giacimento depleto e quindi, secondo la logica del Senatore Vaccari, è un acquifero profondo, qualunque cosa significhi.  

Se è un acquifero profondo, infatti, scatta la legge! Quindi Rivara non può avere il deposito di gas. Che poi era l'unico scopo dell'emendamento del Senatore Vaccari!  

Ma tutti i depositi, depleti o meno, sono acquiferi, visto che c'è acqua in tutta la crosta terrestre anche a grande profondità.  

Ne consegue che tutti i depositi di gas sul territorio nazionale sono anche acquiferi: sono contro la legge, devono essere svuotati e mai più utilizzati!  

C'erano certamente modi molto più ragionevoli e semplici per impedire la creazione del deposito a Rivara senza cadere nell'assurdo!  

È importante entrare nello specifico per mostrare fino in fondo come la scarsa conoscenza scientifica di questioni delicate da parte di sedicenti esperti e di politici poco informati di cui sono consulenti possa generare danni indiscussi.

Torniamo a Rivara.  

Il progetto di costruirvi un deposito di gas è ormai tramontato del tutto. Ma come era stata raggiunta l'idea di costruirvelo e come è stato poi bocciato?  

Due esperti, ingaggiati credo dalla Provincia, arrivarono a collegare addirittura i terremoti emiliani del 2012 alla semplice idea di costruire il deposito di Rivara.

È indubbio anche per analogia con altri siti di stoccaggio dalla California al Giappone che non hanno mai registrato danni in caso di terremoto che anche al deposito non sarebbe successo nulla, come non è successo nulla ai due siti di stoccaggio esistenti vicinissimi all’area epicentrale del 2012.

La dimostrata persistenza per milioni di anni dello stato di sovrapressione delle argille delle rocce di copertura della struttura profonda di Rivara indica che tutti i terremoti, avvenuti in milioni di anni, non hanno creato vie di fuga. Se lo avessero fatto, la sovrapressione sarebbe rapidamente svanita.

L’accurato modello geomeccanico della struttura indica che le operazioni di stoccaggio non avrebbero potuto influenzare la sismicità naturale, che sarebbe comunque continuata ad accadere normalmente.

Le misure di pressione del sottosuolo disponibili per Rivara indicano un fattore di sicurezza di almeno 180 atmosfere, rispondendo pienamente alle norme europee UNI, come tutti gli altri siti di stoccaggio attualmente esistenti in Italia.

Lo stoccaggio di Rivara era stato progettato per resistere indenne a un evento sismico di entità nettamente superiore al massimo atteso, e questo terremoto a maggior ragione non avrebbe danneggiato nemmeno le infrastrutture di superficie, le uniche eventualmente esposte al rischio di scuotimenti.  

Affermo dunque, e sono pronto a difendere pubblicamente questa mia affermazione di fronte a chiunque, che il Legislatore con la norma, introdotta dal Senatore Vaccari, citata sopra, ha di fatto vietato tutte le attività di stoccaggio di gas naturale in Italia, perché tutte le attività, nessuna esclusa, sono in presenza di quegli acquiferi profondi previsti dalla norma.

Ciononostante, ad oggi, non risultano adottati i provvedimenti conseguenti.  

In altre parole, una legge dello Stato non viene rispettata senza che vengano prese le adeguate misure conseguenti.  

In questa vicenda sarebbe interessante capire, per esempio, che cosa sta succedendo al deposito (autorizzato con tutti i crismi) di San Potito - Cotignola, in provincia di Ravenna, in corso di sviluppo.  

Vi si è resa necessaria una sofisticata indagine, eseguita con fondi pubblici, perché all'entrata in funzione degli impianti si sono registrati valori di pressione diversi rispetto a quelli attesi. Accertamenti tenuti riservati mentre dovrebbero essere resi pubblici secondo ben precise prescrizioni ministeriali e regionali.  

Perché si tengono segreti? Sono emerse evidenze inconfutabili che mostrano che si ha a che fare con un acquifero?  

Forse, facendo analisi analoghe per la ventina di depositi funzionanti, scopriremmo che son tutti acquiferi?  

Non si può non ricordare che il deposito di Rivara, benché allo stato di progetto neanche esecutivo, fu indicato dalla Regione Emilia Romagna come una delle possibili cause dei terremoti del 2012 e che addirittura fu creata una Commissione "internazionale" (ICHESE) per verificarlo.  

Alla Commissione partecipò attivamente anche il coordinatore della sezione sismologica della Grande Rischi.

Sull'ipotesi del deposito di Rivara come causa di terremoti, un alto funzionario del Ministero dello Sviluppo Economico, una volta che la vicenda fu conclusa, ebbe a dichiarare pubblicamente:  

(le sue parole, senza nessun editing) "Il paradosso italiano è che i cittadini sono sempre più allarmati nei confronti di attività che non si stanno facendo … non fatte … l’allarme emiliano in particolare è nato per una attività (lo stoccaggio gas Rivara) che non si è mai fatta … utilizzare un acquifero profondo … questo nell’immaginario collettivo o più che altro la speculazione di certi soggetti che si sono creati le loro fortune l’ha portato ad essere considerata una ‘attività svolta’… E noi siamo corsi appresso a queste immaginazioni ... in un crescendo di sforzi e di fatiche che non stanno portando a nulla e non si vedrà mai la fine di questa costruzione …”.

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