Redazione
L’Istat ha finalmente il suo cda. Il decreto di riordino, entrato in vigore il 22 ottobre scorso, fissava in sessanta giorni il termine per le nomine dei nuovi amministratori dell’ente statistico. Da allora ne sono passati più di novanta. Ma tanto nessuno ci fa caso.
Qualcosa da dire ci sarebbe, invece, sulla composizione che, come emerge nell’articolo in alto, è tutta al maschile.
Tuttavia, Carta Fondamentale, risoluzioni dell’Unione Europea e proclami del ministero delle Pari Opportunità avrebbero dovuto spingere affinché fosse garantita un’adeguata presenza femminile nel massimo consesso statistico.
Oltre alla distrazione del ministro Brunetta, che ha nominato addirittura due colleghi dell’Università di Tor Vergata, un po’ più d’impegno poteva mettercelo almeno il Comstat (Comitato di indirizzo e coordinamento dell’informazione statistica), che nel designare gli altri due componenti del cda è incappato nella medesima disattenzione.
Anche se pure nel Comstat, su 14 membri, di donne se ne contano solo due.