Redazione
Il 20 e il 21 luglio, al Cnr si celebrerà forse la più inutile delle elezioni.
Soltanto ricercatori (chissà perché) dovranno eleggere potenziali rappresentanti tra candidati che però dovranno essere dirigenti di ricerca o dirigenti tecnologi, anche di altri enti, oppure professori ordinari o personalità di alta qualificazione tecnico scientifica in campo nazionale e internazionale.
Gli eletti, assieme a quelli designati dalla Conferenza dei Rettori, da quella Stato/Regione, dalla Confindustria e dall’Unione delle Camere di Commercio, formeranno una “rosa” dalla quale il titolare del Miur, alias ministro Gelmini, individuerà due componenti del cda, che andranno ad aggiungersi agli altri tre, compreso il presidente, scelti dallo stesso ministro da un’altra “rosa” predisposta dal Comitato di selezione.
E’ opinione diffusa che la Gelmini difficilmente scontenterà i Rettori e la Confindustria, per cui le designazioni elettive del Cnr sembrano destinate a restare lettera morta. Ciò nonostante, nei giorni scorsi è stata ufficializzata la prima candidatura.
Si tratta di quella di Sesto Viticoli, ex direttore di dipartimento progettazione molecolare, in quiescenza da qualche mese, dopo molte polemiche.
Viticoli, ora associato all’Istituto di Cristallografia, ha mandato una mail a circa 500 dipendenti, anche a quelli che non hanno diritto di voto, evidenziando, tra l’altro, che nel Cnr del futuro sarà necessaria “la valorizzazione degli Istituti di ricerca e la capacità di lavorare per grandi progetti”.
Prima, però, è necessario che Viticoli venga eletto e che la Gelmini decida di aprire le porte del cda ai rappresentanti del personale del Cnr.