di Flavia Scotti
Ad ottobre dello scorso anno il bollettino economico della Banca d'Italia stimava all'11% la disoccupazione reale, ottenuta sommando i disoccupati propriamente detti, cioè coloro che hanno perso il lavoro, i cassintegrati e gli scoraggiati, ovvero le persone in età lavorativa che hanno rinunciato a cercare un'occupazione.
Stizzito il commento dell'ex ministro Maurizio Sacconi che definì "esoterico" il dato fornito dall'Istituto di via Nazionale, in quanto non conforme alla definizione ufficiale di disoccupato.
A distanza di un anno ha preso posizione l'Istituto nazionale di statistica, che ha coniato il nuovo concetto di "forze di lavoro potenziali", formate da tutte le persone che, alla ricerca o meno di un impiego, sono disponibili ad accettare un'occupazione. Agli oltre 2 milioni di disoccupati in senso stretto (il 4,5% della popolazione in età attiva) si vanno così ad aggiungere altri 2 milioni e 764 mila unità di scoraggiati, costituiti in prevalenza da donne.
Ad oggi, non è stato registrato alcun commento da parte del ministro dimissionario Sacconi, al quale, forse perché distratto dall'inopinata disfatta del suo governo, la performance dell’ente statistico deve essere sfuggita.