di Biancamaria Gentili
Ai più, ma non al cda del Cnr, è sfuggito quanto indicato nell’articolo 18, comma 5, dello Statuto.
Tale disposizione prevede che l’ente metta a punto un “Documento di visione strategica” (Dvs) decennale.
Una sorta di Road Map per il più grosso ente di ricerca del paese, per la realizzazione della quale il cda dell’ente sembra abbia fatto le cose in grande se è vero, come è, che nel corso della seduta del 6 ottobre ha deliberato la costituzione di un Gruppo di esperti di chiara fama, ai fini della definizione del detto Dvs.
A farne parte sedici membri, dei quali sei interni all’ente e dieci esterni. Per questi ultimi è previsto un compenso forfetario di 5mila euro, per un totale di 80mila euro.
Il primo atto della commissione è stato, il 28 febbraio, quello di inviare ai direttori degli istituti una nota, con allegata una scheda, nella quale vengono elencate sette domande, tra le quali spiccano, per lungimiranza, quella con la quale viene chiesto di esplicitare, in breve, la missione dell’Istituto, seguita da quella di indicare quali sono i progetti/temi/linee di ricerca dello stesso Istituto in una visione di medio periodo (10 anni).
Ma a suscitare sconcerto è stata la domanda n. 5, così formulata: “Tenuto conto delle misure in atto di riduzione della spesa pubblica ... come immagineresti la riduzione delle spese d’organico con un taglio del 5/10/15%? Come investiresti (in termini di linee di ricerca) un ipotetico aumento del 5/10/15%?”.
In pratica, il Dvs potrebbe prevedere un “taglio” di 1200 unità di personale da qui al 2022.
Ancora una volta la scure verrebbe fatta abbattere sulla testa dei lavoratori e non sui tanti sprechi che caratterizzano la vita dell’ente, come evidenziato nella Relazione del Mef diffusa lo scorso anno. Ai quali si potrebbero aggiungere anche gli 80mila euro che verranno erogati agli esperti del Dvs.