Il 7 novembre scorso, alla Camera dei Deputati, alla fine della replica ad una sua interpellanza da parte di Gabriele Toccafondi, Sottosegretario di Stato all’Istruzione, Università e Ricerca, il deputato palermitano del Pd, Fracesco Ribaudo, ha manifestato, seppure in maniera elegante, la propria (parziale) insoddisfazione, con le seguenti parole: “Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario per la risposta, ma sono parzialmente soddisfatto, perché la domanda, al di là delle vicende – se è legittimo o non legittimo il secondo punto della domanda che riguardava i revisori, questo lo accerteranno chiaramente le autorità competenti –, non era quella”.
Il sottosegretario, che già in passato si era occupato di vicende Ingv, questa volta era stato chiamato a fornire chiarimenti in ordine all’interpellanza urgente n. 2-00736, presentata dallo stesso on. Ribaudo ed altri, concernente iniziative di competenza volte ad assicurare la piena funzionalità del consiglio d’amministrazione dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, non avrebbe fornito risposte esaustive alla lunga ricostruzione di quanto sta accadendo da mesi all’interno dell’ente di ricerca di via di Vigna Murata, se non che “… la questione è in via di risoluzione …”.
Pertanto, di fatto, nulla di nuovo è emerso dalla ennesima iniziativa parlamentare, che mirava a fare chiarezza sulla ingarbugliata vicenda che da mesi di fatto sta bloccando la vita dell’Ingv.
Del resto, la risposta del sottosegretario è apparsa in perfetta sintonia con il contenuto di un tweet con il quale, sempre venerdì scorso, Alessandro Fusacchia, capo di gabinetto del ministro Stefania Giannini, aveva risposto a chi gli aveva posto una precisa domanda sul (non) funzionamento del cda dell’Ingv.
Che dire, non ci resta che attendere, O, meglio, non ci resta che piangere!