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Venerdì, 05 Lug 2024

Non è certo un buon momento per il Vertice dell’Ingv, un momento “no” ci può stare ma, adesso, sembra proprio che la fortuna gli abbia girato le spalle, al punto che - da ultimo - nel pomeriggio di ieri il Direttore Generale, dott. Massimo Ghilardi, ha diffuso una nota per informare che le casse dell'Istituto sono ormai a secco, a causa del mancato incasso  - sino a oggi - di crediti su progetti e convenzioni per quasi 48 milioni di euro, di cui 38 ascrivibili alla Protezione Civile.

Certo la fortuna aiuta gli audaci, ma, quel che è ancora più certo è che nulla, il Vertice dell’Ingv, abbia fatto per ingraziarsela.

I suoi componenti non sono riusciti a dare prova né di leadership né di credibilità, non hanno neanche avuto il coraggio di presentare uno straccio di proposta di piano assunzionale che salvaguardasse il precariato storico dell’ente utilizzando semplicemente le liste di stabilizzazione.

E’ di questi giorni la verifica ispettiva del nucleo speciale P.A. presso l’Amministrazione Centrale, i cui esiti e motivazioni sono ai più, ancora oscuri. Sicuramente saranno abbastanza informati i membri eletti del cda, A. Pino e A. Meloni, che ben si guardano di informare il personale INGV di ciò che accade all’interno del cda.

Pino e Meloni, in qualità di membri eletti del cda, e non di “nominati”, avrebbero dovuto assicurare la trasparenza, la pubblicità degli atti e la pubblicazione dei verbali del cda, ed hanno invece scelto di partecipare ad uno squallido gioco di alleanze e di riposizionamenti, riducendo tutto ad una volgare partita d’introito e di esito.

Visto che la scadenza del loro incarico è ormai prossima, potrebbero almeno avere il coraggio di buttare giù la maschera e spiegare, ad esempio, il perché del loro voto contrario alla proposta di reintegro del collega Lucio Badiali alle sue mansioni di “Responsabile alla trasparenza ed integrità Amministrativa”. Forse Badiali risultava per alcuni troppo scomodo?

E’ giunto il momento che ci spieghino quale illuminata ratio hanno seguito durante il loro operato.

Ci verrebbe da dire, finitela di rincorrere un successo che non vi appartiene, siete stati solo votati, siete solo il risultato aritmetico di un somma di voti, del successo - scriveva un giornalista di cui non ricordo il nome - che “è come una somma consegnata da un usuraio con un tasso d'interesse altissimo: quasi sempre non si riesce neppure a pagare gli interessi.”

Anche la spa Pisa Sviluppo, considera poco credibili le proposte del cda dell’Ingv, infatti considera “assolutamente irricevibile” la proposta di acquisto, fatta dall’ente, per una porzione del fabbricato di Sesta Porta.

La spa Pisa Sviluppo ha anche motivato la sua risposta negativa per l’ente dicendo che “… tutto l' edificio è stato progettato, strutturalmente,  per accogliere la Vs. sede e pertanto dimensionato con i massimi coefficienti sismici, con costi notevolmente superiori. A questo punto, pur avendo cercato in tutti i modi di trovare una soluzione di compromesso al problema, Vi comunichiamo che non potremo non insistere nella tutela giudiziaria dei ns. diritti.”

Adesso, solo quando la partita sembra persa, il Dg M. Ghilardi e il cda, cercano una soluzione di compromesso, ma grazie ai loro trascorsi è giudicata da tutti “irricevibile”.

Speriamo che su questo, e non solo, indaghi e si pronunci la Corte dei Conti, e forse anche per questo qualcuno ha conseguito i suoi obiettivi e intascato il premio di produttività.

Non meno impietoso è stato il recente parere espresso dal Consiglio Scientifico dell’Ingv, in merito alla consulenza esterna affidata all’impresa “Lattanzio e Associati S.p.A.”, per  fornire servizi di supporto per lo sviluppo e l’implementazione del nuovo modello organizzativo dell’Amministrazione centrale dell’INGV.

Come al solito ( Il Foglietto si era già occupato della passata consulenza Assetwork), il Direttore Generale Ingv, dott. M. Ghilardi, per lo svolgimento dei suoi compiti istituzionali, ha preferito affidare una consulenza all’esterno piuttosto che utilizzare le risorse interne dell’INGV.

Questa volta, l’ammontare della consulenza è “solo” di un centinaio di migliaia di euro, ed è limitata “solo” alla stesura del flow chart delle nuove procedure amministrative e del relativo Manuale delle procedure operative.

E dire che, proprio su questi aspetti, il dott. M. Ghilardi dovrebbe essere maggiormente ferrato.

Infatti il DG è stato scelto “oculatamente” dal cda entro una rosa di candidati, per la sua “lunga” esperienza lavorativa al MIUR (2009 - 2012), in cui si è occupato e distinto per le sue doti manageriali, per aver diretto l'Ufficio II "Promozione e Programmazione della Ricerca" presso la Direzione Generale del MIUR, e l’Ufficio III "Coordinamento, finanziamento e valutazione Enti, Distretti di Alta Tecnologia, laboratori pubblico-privati e reti di impresa", e per ultimo ma non meno importante, per aver coordinato e valutato Progetti Bandiera previsti nel PNR per un  valore 1,5 miliardi di euro (come sottoscritto dallo stesso M. Ghilardi nel suo curriculum vitae)

Nello stesso CV, il dott. Massimo Ghilardi, non fa mistero (a) di aver nominato i … componenti dei comitati di selezione per l'individuazione dei presidenti degli enti e dei componenti i CdA; (b) di aver nominato i componenti degli altri organi collegiali degli enti (Collegi di Revisori dei Conti), sulla base delle indicazioni del MEF (Ministero Economia e Finanze) (omissis) ... e adozione dei relativi decreti di nomina; (c) di aver adottato il decreto di determinazione dei compensi spettanti ai diversi organi (Presidenti, CdA e Collegi dei Revisori degli enti pubblici di ricerca vigilati) sulla base delle indicazioni della PCM e MEF.

Con il suo arrivo all’Ingv era stato stravolto e riscritto il ROF, approvato e deliberato da questo stesso CdA dopo mesi di acceso confronto tra OO. SS., vertici dell’ente e personale tutto.

Quindi, pur volendo sforzarsi, stentiamo a capire come un dirigente che vanta così tanta esperienza e professionalità, che ha portato a termine, con nota di merito da parte del Direttore Generale del MIUR, gli obiettivi assegnati all'Ufficio II e all'Ufficio III, possa ricorrere a società esterne per scrivere un ROF e, successivamente, per farsi spiegare come meglio applicarlo.

Ma torniamo alla consulenza “Lattanzio”.

A dire dell’impresa Lattanzio (che ha già chiesto e fatturato un’anticipazione dell’80 %  del saldo finale), la consulenza non è ancora conclusa a causa delle problematiche interne all’INGV, che hanno rallentato il processo di approvazione. Infatti, ad oggi non esiste nessun manuale, ma solo una proposta di snellimento burocratico, che è stata presentata ai Direttori di Strutture e Sezioni.

Tale proposta di “snellimento” ha fortemente preoccupato il Direttore di Roma2 che, a differenza degli altri Direttori di Struttura e Sezioni, ha ritenuto opportuno informare il suo Collegio di Sezione. A sua volta il Collegio ha analizzato la “proposta Lattanzio” ed ha successivamente inviato al Consiglio Scientifico delle note per riceverne parere.

Dal verbale della riunione tenutasi a Roma il 5 e 6 febbraio u.s., si evince che il Consiglio Scientifico condivide pienamente le criticità esposte dal Collegio di Sezione di Roma2, in cui si legge che la proposta Lattanzio è: (a) in  contrasto con il proposito di snellimento delle procedure; (b) rischia di scoraggiare le iniziative progettuali; (c) sembra ignorare completamente la realtà dell’ente e non considera alcuni principi basilari che differenziano un ente di ricerca da un qualunque ente della Pubblica Amministrazione.

E’ inoltre davvero inquietante leggere nel predetto verbale che il Consiglio Scientifico “si domanda con disappunto per quale motivo, visto che da Statuto il CS è l’unico Organo consultivo dell’INGV per ciò che concerne i contenuti scientifici, non sia mai stato consultato, né durante il concepimento dell’UP né dalla Società Lattanzio, incaricata appunto di “riconfigurare” le procedure progettuali.”

E’ chiaro che il Consiglio Scientifico è solo l’ultimo attore dei questa vicenda, ma è molto istruttivo sottolineare che basta un solo Direttore, che convoca il Collegio di Sezione, che a sua volta fa un’analisi chiedendo parere al Consiglio Scientifico, che a sua volta risponde e PUBBLICA i suoi verbali, che tutto sembra essere un po’ trasparente e NORMALE.

Un NORMALE fallimento, a cui ormai siamo purtroppo abituati, dove il DG investe i soldi pubblici per delegare all’esterno le sue mansioni, noncurante dello statuto  e delle risorse interne, ed un cda distratto, con delle forti responsabilità di culpa in vigilando.

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