La sezione controllo enti della Corte dei conti, il 14 aprile scorso, ha depositato la Relazione sulla gestione finanziaria 2013 dell’Istituto nazionale di alta matematica (Indam).
Dal documento della magistratura contabile, si apprende che nell’anno di riferimento lo stato delle finanze del piccolo ente di ricerca (10 dipendenti, in tutto) sono decisamente migliorate.
Il saldo finanziario del 2013 (di € 428.527), infatti, è positivo, a differenza di quello negativo registrato nel 2012 (pari ad € 308.557). Le entrate correnti sono aumentate del 43,65% rispetto al 2012 (€ 4.131.099 a fronte di € 2.875.787 del 2012), grazie principalmente all’aumento dei “trasferimenti ordinari” da parte dello Stato (da € 2.793.215 nel 2012 ad € 3.326.452 nel 2013), nonché dei “trasferimenti straordinari” per Contributi dall’Unione Europea, accertati ed incassati per un totale di € 803.012.
Peraltro – precisa la Corte - le spese correnti (pari ad € 3.602.162), seppur aumentate dell’8,93% rispetto al 2012 (€ 3.306.897), riducono lievemente la loro incidenza sull’ammontare delle spese complessive (pari ad € 3.997.892), costituendo il 90,1% delle suddette.
L’esercizio 2013 si è chiuso con un avanzo economico pari ad € 509.919. Il patrimonio netto ha fatto registrare un incremento, passando da 4.598.240 a 5.375.595 euro.
Ora non sono in pochi a chiedersi se l’Indam che – come sottolineano i giudici contabili – “nel corso del 2013 ha svolto il suo ruolo istituzionale nel campo della formazione e della ricerca, con la prosecuzione di programmi già consolidati e l’avvio di nuovi, rafforzando la sua posizione nella comunità matematica, sia in ambito nazionale che internazionale”, riuscirà a “sopravvivere” al preannunciato riordino degli enti di ricerca, che è atteso entro la fine dell’anno, che non potrà ignorare le indicazioni contenute nella relazione inviata al governo dal commissario per la spending review, che sollecita fusioni e accorpamenti tra enti.