C’è chi è convinto che nella vita la migliore difesa sia l’attacco. Al Cnr, invece, qualcuno sembra pensarla diversamente, dal momento che la tattica alla quale ricorre è quella del silenzio.
E sì, perché gli “attacchi” del sindacato Usi-Ricerca, volti a ottenere chiarimenti in merito a una sconcertante vicenda, che abbiamo portato all’attenzione dei nostri lettori, con un articolo del 12 maggio scorso, hanno evidentemente consigliato, fino a oggi, l’alta dirigenza dell’ente di piazzale Aldo Moro a trincerarsi dietro un ostinato silenzio, nonostante le “solenni” promesse di fornire esaustive e documentate risposte.
L’ultima, in ordine di tempo, di queste promesse risale al 4 giugno scorso, allorquando – alla fine della riunione di contrattazione integrativa con la delegazione del sindacato Usi – il direttore centrale della gestione delle risorse umane del Cnr, Alessandro Preti, garantì che ad horas il Cnr avrebbe dato riscontro alla legittima istanza dello stesso sindacato, riguardante uno dei più contestati concorsi ex articolo 64 per dirigente di ricerca, quello a 16 posti (poi diventati 21) per l’Area “Scienze della Terra”.
E’ passato quasi un mese e il silenzio si è fatto sempre più assordante.
Se ai piani alti di piazzale Aldo Moro qualcuno crede che, sulla specifica vicenda, alla fine la tattica del silenzio risulterà vincente, sappia che si sbaglia di grosso, perché Usi-Ricerca e Il Foglietto conoscono una sola tattica: quella dell’attacco.