L’appuntamento è per domani, quando l’Istat ha convocato le organizzazioni sindacali per la sottoscrizione delle ipotesi di accordo per la ripartizione del fondo salario accessorio per gli anni dal 2011 al 2013.
Le svariate riunioni e i numerosi tavoli tecnici che si sono succeduti in questi ultimi mesi, in aggiunta alle ripetute azioni di protesta messe in atto dal personale, non sembrano destinati a produrre effetti concreti e, quindi, a soddisfare le legittime aspettative dei lavoratori destinatari dei provvedimenti.
All’appello mancherebbe circa un milione di euro che, se reperito, spegnerebbe ogni polemica e permetterebbe l’indizione e lo svolgimento delle selezioni per l’attribuzione della progressione economica per un numero di posti pari a quello degli aventi diritto a partecipare.
Ma nelle bozze trasmesse, per l’ennesima volta, dall’amministrazione si continua ad operare un taglio dei fondi, di poco più di un milione, sulla base di una norma che, come evidenziato sin da marzo scorso dal sindacato Usi-Ricerca, ma non da altri, non trova applicazione all’Istat che, nel periodo dal 2011 al 2013, non ha fatto registrare alcuna riduzione di personale in servizio ma, addirittura, un aumento.
Sta di fatto che, come sottolineato nell’articolo del Foglietto del 24 settembre scorso, a distanza di più di sei mesi, l’amministrazione non ha ritenuto di confutare quanto rappresentato dall’Usi-Ricerca. Eppure, nel corso dell’incontro sindacale del 27 marzo scorso, i due delegati Istat alla contrattazione (Paolo Weber e Manlio Calzaroni), dopo aver preso diligentemente nota delle osservazioni del sindacato Usi-Ricerca circa la non applicabilità del predetto taglio di oltre un milione di euro, si erano riservati di fornire risposta entro tempi brevissimi.
Nonostante tale impegno, da allora ad oggi nessuna risposta è mai giunta al sindacato che, dopo averla sollecitata più volte, ha disertato per protesta i numerosi quanto infruttuosi incontri che si sono succeduti, nel corso dei quali – come sottolineato nel nostro ultimo articolo sulla incresciosa vicenda - le parti in causa hanno fatto una sorta di gara alla ricerca spasmodica delle pagliuzze (rectius: qualche migliaio di euro), ignorando completamente la trave messa in luce tempestivamente dall’Usi-Ricerca.
Intanto, è suspense in via Balbo, sede storica dell'ente di statistica, per vedere chi, domani, apponendo la propria firma in calce al documento, si assumerà la responsabilità di dare disco verde al testo dell’accordo predisposto dall’Istat, che penalizza non poco il personale.