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Giovedì, 02 Mag 2024

Riceviamo e volentieri pubblichiamo il resoconto, redatto dal “Coordinamento Precari – Già idonei” dell’Istat, inviato all’Usi Ricerca, all’esito del recente incontro tra una delegazione dello stesso Coordinamento e l’Amministrazione.

Il 30 novembre l’Amministrazione ha convocato le OO.SS. per discutere della gestione del precariato presente in Istat. Una nostra delegazione ha partecipato all’incontro fruendo dello spazio da voi messo a disposizione e gestendo in autonomia i contenuti da presentare al tavolo con la controparte.

Come Coordinamento Precari abbiamo ritenuto di portare l’attenzione su tre punti fondamentali:

1. La stabilizzazione di tutto il personale a TD in relazione al progetto di modernizzazione dell’Istituto

2. I concorsi riservati ai sensi del D’Alia di prossima emanazione

3. La pianificazione pluriennale

Sul primo punto abbiamo fatto presente che, se per una strettissima minoranza di precari si sta configurando la possibilità di essere immessi in ruolo attraverso l’utilizzo delle procedure speciali transitorie introdotte dalla legge D’Alia, per la parte largamente maggioritaria di personale a TD (circa 300 lavoratori), rimane immutato il tema del come e quando si procederà al riassorbimento complessivo.

A nostro giudizio la stabilizzazione deve costituire un binomio con il progetto della modernizzazione che ha l’obiettivo di traghettare l’Istat verso un modello produttivo basato sull’utilizzo dei dati da fonti amministrative (lo stesso censimento permanente è pensato in quest’ottica). Questo, unito alla transizione a un nuovo modello organizzativo, richiede un investimento notevole sulle risorse umane, senza il quale è impensabile che il processo possa andare a buon fine.

Infine, abbiamo ricordato che l’Istituto vanta una pianta organica con oltre 500 posizioni vacanti (questo certifica che l’Istituto, per mantenere gli attuali standard produttivi, ha necessità di continuare ad avvalersi del personale attualmente a termine e che la pianta organica teorica è largamente sufficiente a sostenere il reclutamento di tutto il personale a TD). L’insieme di queste considerazioni ci autorizza a pensare che questo sia il momento più opportuno per fare valere con forza ed autorevolezza la necessità di immettere in ruolo il personale a TD su cui l’Istat ha investito in questi ultimi 5 anni. Per questo motivo è strategicamente necessario per l’Istituto che il processo di modernizzazione si concluda con un Decreto Legge ad hoc che includa anche un piano straordinario di reclutamento finalizzato ad assorbire il personale a TD.

Sul tema dei concorsi riservati abbiamo ribadito che il personale interessato alle procedure speciali transitorie ammonta ad appena il 15% dell’intera platea dei precari attualmente presenti in Istituto (circa 53 su 348). Abbiamo fatto presente che le risorse dedicate a questo canale assunzionale rappresentano il 50% del turn over disponibile del quadriennio 2013-2016 (il massimo teorico previsto dal decreto) ma sono comunque largamente insufficienti a garantire l’intera platea degli aventi diritto (posti che potrebbero diminuire se venissero confermati i tagli al tunrover per l’anno 2016 previsti dalla legge di stabilità).

A nostro modo di vedere la filosofia che deve guidare l’emanazione dei bandi è di intendere questo canale assunzionale come il primo step di un disegno di riassorbimento di tutto il precariato in Istat poiché tale personale è già stato selezionato, formato ed inserito nelle attività ordinarie dell’Istituto. Per questi motivi i bandi speciali transitori devono valorizzare i punteggi con i quali sono state costituite le graduatorie di primo ingresso in Istat e che sono derivati da un concorso pubblico con scritti, orali e valutazione dei titoli: attraverso queste procedure il personale è già stato selezionato sotto il profilo del merito. In aggiunta a questo, per valutare l’attività prestata in Istituto si potrebbe utilizzare una relazione sintetica sulla quale far vertere il colloquio orale. Per quanto riguarda la valutazione dei CV riteniamo che essi dovranno essere fotografati alla data di maturazione del requisito di partecipazione alla procedura speciale (31 ottobre 2013) e che non dovranno essere prese in considerazione le lettere di incarico, di encomio e altra documentazione/certificazione interna poiché queste forme di attestazione spesso sono rilasciate in modo non uniforme, sulla base della discrezionalità dei superiori gerarchici, e possono risultare penalizzanti per i colleghi assegnati a determinate attività (es. ufficio stipendi, posto distaccato, ufficio protocollo …).

L’output di questo processo dovrà configurare una graduatoria in cui saranno inclusi tutti gli aventi diritto. Non verranno selezionati i “migliori” ma verrà semplicemente stabilito un ordine di ingresso poiché tutti hanno già dimostrato di essere idonei a ricoprire il ruolo nel quale sono inquadrati da oltre 5 anni. L’Amministrazione dovrà impegnarsi per arrivare al riassorbimento complessivo di tutti i precari (sia quelli che rientrano nel D’Alia sia gli altri). La ripartizione dei posti a concorso deve avvenire rispettando le proporzioni degli aventi diritto distinguendo per livello, profilo ed area di attuale inquadramento per evitare che dipartimenti/direzioni particolarmente forti possano fare pressione e determinare un maggiore assorbimento di precari inquadrati in determinati profili e aree.

Sul tema della Pianificazione pluriennale abbiamo chiesto di conoscere il contenuto del Piano di Fabbisogno redatto nel 2015 e mai diffuso dall’Amministrazione per avere contezza delle risorse destinabili al reclutamento del personale e della relativa suddivisione nei diversi canali assunzionali attualmente aperti. Infine è stato sollevato il tema relativo al finanziamento dedicato alla messa a regime del nuovo censimento che, oltre a rappresentare un forte risparmio per lo Stato, garantirebbe all’Istituto una nuova fonte ordinaria di finanziamento attraverso la quale incrementare il reclutamento del personale a TD.

L’Amministrazione - dopo aver comunicato che rientra tra i propri auspici quello di stabilizzare progressivamente tutto il personale a TD e dopo aver candidamente ammesso che al momento non esiste alcuna strada concreta in grado di supportare questo orientamento - si è focalizzata sulle modalità di attuazione delle procedure concorsuali riservate ai precari ai sensi della Legge 101/2013. In concreto, il DG ha annunciato che è loro intenzione bandire procedure concorsuali per un totale di 53 posti (20 da ricercatore, 5 da tecnologo e 28 da Cter) rispettando le proporzioni di personale attualmente inquadrato nei medesimi profili e livelli; che questi bandi non prevedranno una distinzione per area e che quindi le graduatorie saranno uniche per i tre profili (per esempio i 5 posti da tecnologo non saranno ripartiti ex ante in area giuridica e informatica); che l’orientamento è di avviare una procedura concorsuale per titoli (che avranno un peso limitato) ed esami (scritti e orali) in modo da selezionare i 53 “migliori” tra i 117 aventi diritto.

Come abbiamo imparato nel corso di questi 5 anni, pagandone le conseguenze sulla nostra pelle, prendiamo atto ancora una volta della incolmabile distanza tra le istanze dei lavoratori e le proposte dell’Amministrazione, interpretate da Direttore Generale, Direttore del Personale e Delegato del Presidente. Un fatto che non ci sorprende e non ci coglie impreparati spingendoci piuttosto a tornare all’azione. Per questo organizzeremo a stretto giro un nuovo appuntamento assembleare per pianificare insieme a tutti i colleghi le prossime iniziative di mobilitazione, dentro e fuori dall’Istat, con l’obiettivo di chiudere la nostra vertenza ottenendo l’immissione in ruolo di tutti i 348 precari dell’Istat.

Adelante precari!

Coordinamento Precari – Già idonei

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