Preannunciata da tempo, ora, nell’anno del 90° compleanno, l’Istat - il cui nuovo cda si è insediato da poco - si appresta a ”modernizzarsi”.
Ancora una volta, il presidente di turno ha dichiarato di procedere alla riorganizzazione raccogliendo la sfida proveniente dai cambiamenti in atto nella società. Come dire: ”tempora mutantur et nos mutamur in illis”.
Al centro di questo restyling, che si preannuncia assai corposo, c’è soprattutto la trasformazione del ciclo di produzione dell’informazione statistica. Finirà così il sistema sinora in auge delle direzioni-monadi senza finestre, vale a dire ciascuna all’inseguimento dei propri progetti, con poco dialogo con le altre direzioni.
A certificare la fine di tutto questo, la riforma pone l’accento anche sul rafforzamento della governance, sinora indebolita dalla frammentazione del sistema, anche se desta qualche perplessità, se non abbiamo capito male, la soluzione di allocare una direzione alle dipendenze del presidente dell'ente.
Di certo, la nuova organizzazione - che potrebbe essere approvata questa mattina dal cda - si prefigura decisamente più snella della precedente, quella dell’era Giovannini, quando circolava la battuta, chiaramente un’iperbole, che all’Istat una direzione non si negava a nessuno.
Stando al documento, la Direzione generale, oltre le tradizionali e consuete funzioni di supporto giuridico-amministrativo, viene chiamata a una diretta responsabilità in tema di formazione, così da promuovere la valorizzazione del capitale umano.
Più in generale, previo cambiamento dell’Atto Organizzativo Generale (AOG1), si prevede la costituzione di due uffici di dirigenza amministrativa di prima fascia, invece di tre; di due dipartimenti, invece di quattro; di nove direzioni centrali, invece di dieci. Agli uffici dirigenziali di seconda fascia (i servizi, per intenderci), si provvederà con successivo provvedimento, ma anche qui è prevista una riduzione di posizioni organiche, anche per lasciare spazio a strutture temporanee di progetto, da mettere in campo alla bisogna.
A chi cerca informazioni di dettaglio non resta che leggere il documento reso pubblico nei giorni scorsi dal presidente Giorgio Alleva.