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Lunedì, 06 Mag 2024

Con decreto n. 7 del 15 gennaio 2016, il Presidente Stefano Gresta ha emanato il nuovo Regolamento del personale dell'Ingv. L’iter di approvazione non è stato per nulla semplice.

I primi schemi risalgono al lontano 2012 e solo dopo successive revisioni e passaggi al Mef e alla Funzione Pubblica - che hanno chiesto diverse correzioni e modifiche - finalmente è stato approvato in via “definitiva” dal cda il 10 dicembre 2015, ovvero meno di tre mesi fa. Si tratta quindi, per così dire, di un regolamento "nuovo di zecca".

Dovrebbe essere scontato che dopo tutto questo tempo e dopo tutte le revisioni, il cda e i vertici dell’Ingv conoscano a menadito tutti i contenuti del nuovo Regolamento e siano in grado quasi di ripeterlo a memoria. Invece, a poche settimane dalla sua approvazione, il cda, presieduto da Stefano Gresta, ha dimostrato di essersi già dimenticato dell’esistenza del nuovo Regolamento del Personale, da poco approvato, adottando provvedimenti in contrasto con quanto da esso previsto.

Il 17 febbraio scorso, infatti, il consiglio di amministrazione dell’Ingv ha deliberato il commissariamento (sic!) dell’Osservatorio Vesuviano (che è una sezione dell’ente), fino ad allora diretto da Giuseppe De Natale, ed ha nominato Marcello Martini, dirigente di ricerca dello stesso Ingv, come commissario, al quale sono stati conferiti i poteri e le deleghe di un Direttore di Sezione.

Peccato, però, che l’art.25, comma 4, il su richiamato Regolamento del Personale preveda che “... in caso di revoca del Direttore … [omissis] … le funzioni … sono svolte ad interim da un componente del Collegio di Sezione, scelto dal Presidente”.

Cosa ancor più strana è che la “revoca” dell’incarico di Direttore di Sezione, come previsto dall’art. 25, comma 2, lettera b), è prevista anche “….. per incapacità organizzativa ovvero in relazione alla realizzazione di condizioni di lavoro improntate alle pari opportunità, al benessere lavorativo e al contrasto alle discriminazioni e al mobbing ..." e può essere disposta  " ... solo dopo aver garantito al Direttore un contraddittorio ….”.

Non sappiamo se al dottor De Natale sia stato garantito o meno il contraddittorio, ma i motivi per il quali egli è stato esautorato sembrano rientrare tra quelli che giustificherebbero la “revoca” e non il “commissariamento”, istituto giuridico di cui, peraltro, non v’è traccia nel ridetto Regolamento.

Nessuno forse si sarebbe mai aspettato che il cda potesse ignorare le norme regolamentari e, soprattutto, che a svolgere il ruolo di “commissario” dell’Osservatorio Vesuviano fosse chiamato Marcello Martini - anch’egli, come detto, dirigente di ricerca in forza allo stesso Osservatorio - che non fa parte del Collegio di Sezione, all’interno del quale, qualora fosse stata deliberata la revoca del dottor De Natale e non il commissariamento dell’Osservatorio, il presidente avrebbe dovuto individuare un direttore facente funzioni.

Forse si è temuto che all’interno del Collegio di Sezione nessuno fosse in grado di reggere il peso di tanta responsabilità?

Se cosi fosse, è tutto l’impianto di questo Ingv 2.0 che non regge, sono tutte le “regole e regolamenti” che sono stati riscritti, e che lo governano, che fanno acqua da tutte le parti.

Più volte, senza mai essere ascoltati, ci siamo messi di traverso con le nostre motivate contestazioni e con le nostre sensate proposte di modifica. Ma la risposta da parte dei manovratori dell’ente è stata, più o meno, sempre la seguente:“il cambiamento ha richiesto una buona dose di coraggio, bisogna attendere che le nuove norme vengano recepite, bisogna essere pazienti, vedrete che il tempo ci darà ragione, prima o poi i frutti si raccoglieranno …”.

Se questi sono i frutti del tanto atteso “cambiamento”, con molta franchezza e senza esitazioni, ci sentiamo di condividere quanto scriveva il grande Giuseppe Verdi, quasi un secolo e mezzo fa: “Tornate all’antico e sarà il progresso”.

A ciò si aggiunga che i rapporti tra l’ex direttore dell’Osservatorio e il neo commissario non sarebbero proprio improntati al fair play, proprio per questioni riguardanti la gestione dell’Osservatorio stesso, che, prima dell’era De Natale, era affidata proprio al Martini.

Anche sotto questo aspetto, l’operato del cda appare ancor più sconcertante.

Ma vi è di più e non può certo essere sottaciuto.

Infatti, nel verbale della riunione del cda dell’Ingv del dicembre scorso - nella quale sono stati, tra l'altro, assegnati i "premi di produzione" 2014 a tutti i Direttori di sezione e di struttura - si legge che il Consiglio ritiene che "... tutti i Direttori di Sezione abbiano operato al meglio delle loro possibilità, considerando il difficile quadro economico che l’Ingv sta vivendo ...” e che su tale base si ritiene quindi "... di attribuire il punteggio massimo della quota variabile dell’indennità di direzione a tutti i Direttori di Sezione..". De Natale, incluso.

Ma se la memoria non ci inganna, i motivi per i quali l’Osservatorio diretto da De Natale è stato commissariato contemplano vicende - trattate tra l’altro dal Cug (Comitato unico di garanzia) - iniziate nel 2014. Un altro particolare che sembra essere sfuggito (al pari dell’art. 25 del Regolamento del personale) al cda dell’Ingv, colpito forse dal virus dell’amnesia.

Ora, pare che il direttore inopinatamente giubilato abbia presentato, come è suo diritto, ricorso al Tar, chiedendo non solo di essere reintegrato con urgenza nell’incarico ma anche il risarcimento dei danni morali.

Se il Tribunale darà ragione all’ex direttore, ad aver subito danni (d’immagine) sarebbe stato anche l’ente, nel qual caso c'è chi è già pronto ad interessare della questione la Corte dei conti, affinché chi eventualmente ha sbagliato paghi il conto.

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Coordinatore nazionale Usi-Ricerca/Ingv

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