Stando a quel che accade, sono ormai in tanti a credere che l’amministrazione dell’Istat sia entrata in una sorta di fase creativa.
Con delibera DIQR n.17 dell’8 aprile scorso, l'ente statistico ha costituito l’ennesimo gruppo di lavoro che, in particolare per composizione e durata, appare davvero originale.
Anche l’osservatore meno attento, infatti, a leggerne i componenti, rimane sbalordito non tanto dal fatto che ne sia stato posto a capo un (certamente valoroso) collaboratore tecnico di sesto livello, quanto perché a quest’ultimo è stato affidato il compito di coordinare, tra l’altro, anche un funzionario di terzo.
Una strutturazione, bisogna riconoscerlo, più unica che rara. Un po’ come se, absit iniuria verbis, un caporale fosse stato chiamato a comandare un ufficiale.
Ma c’è anche un altro aspetto che desta meraviglia, visto che il medesimo gruppo di lavoro dovrebbe restare in funzione per un tempo infinitamente più lungo (due anni) di colui che ne ha deciso la costituzione, vale a dire il Direttore della predetta DIQR, che notoriamente già dallo scorso 16 aprile non ricopre più tale incarico. Per completezza, ricordiamo che è scomparsa pure la direzione.
Lo stupore cresce ancora di più se si pensa, poi, che la costituzione di un gruppo siffatto e per il lungo tempo previsto avviene in un momento nel quale, in conseguenza della modernizzazione voluta dal presidente Alleva, in Istat niente è più come prima e tutto è in divenire.
Queste, in sintesi, le nostre perplessità. Che ci è sembrato doveroso manifestare, assolutamente senza malizia.