Nei giorni scorsi l’Istat è finita nel bel mezzo della crisi diplomatica con l’Egitto, venutasi a creare dopo l’omicidio di Giulio Regeni, il giovane ricercatore italiano ucciso al Cairo in circostanze misteriose dopo essere stato sottoposto ad orribili torture.
Lo scorso anno, sotto l’egida del Ministero degli Affari Esteri italiano, era stato sottoscritto un progetto di cooperazione con l’omologo istituto di statistica egiziano (Capmas), per offrire un supporto metodologico allo svolgimento del censimento della popolazione.
Nonostante infuriassero da tempo le polemiche per la scarsa collaborazione alle indagini fornita dall’Egitto dopo la scomparsa e il ritrovamento del corpo senza vita del povero ragazzo, l’Istat aveva ugualmente - e non proprio opportunamente - programmato, per domenica scorsa, la partenza alla volta del Cairo di una delegazione formata da ben 7 esperti.
Quando, però, nel tardo pomeriggio di venerdì 8 aprile è stata diffusa la notizia che l’ambasciatore italiano in Egitto era stato richiamato temporaneamente a Roma per consultazioni (una formulazione che in gergo diplomatico sta a significare un irrigidimento formale dei rapporti con lo Stato estero) è apparsa evidente l’inopportunità del ‘viaggio statistico’ che, difatti, è stato annullato.
Appare ben strano che né la Farnesina né l’Istat abbiano diffuso un comunicato sulla decisione di bloccare la partenza della delegazione e la notizia sarebbe passata inosservata se non fosse stata resa nota, unica tra tutte le testate nazionali, dal Fatto Quotidiano.
Non si comprende per quale motivo non dovesse trapelare nulla, quando invece sarebbe stato ben più incisivo rivendicare con forza il diritto di uno stato democratico di non prestare alcun tipo di cooperazione - soprattutto nel settore della ricerca - a un governo dittatoriale che sta frapponendo ogni sorta di ostacolo all’accertamento della verità.
In questo modo, è stata persa l’occasione di manifestare, con uno scatto di orgoglio nazionale, la solidarietà e la vicinanza alla famiglia di Giulio Regeni.