La sezione controllo enti della Corte dei Conti ha depositato lo scorso 27 maggio la Relazione sul risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell’Istituto Nazionale di Alta Matematica "Francesco Severi" (Indam) , per l’esercizio 2014, nonché sulle vicende più significative intervenute successivamente.
L’ente di ricerca Indam, la cui struttura tecnica permanente ha la sede centrale presso l’Università di Roma “La Sapienza”, si ramifica sul territorio nazionale con 57 “unità di ricerca” presso i Dipartimenti di matematica di altrettante università, due presso il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) ed una presso la Scuola internazionale superiore di studi avanzati (Sissa).
Le Unità di ricerca sono regolate da apposite Convenzioni di durata quadriennale ed il numero delle stesse è continuamente aggiornato.
Gli organi dell’ente Indam sono il presidente, il consiglio di amministrazione (3 componenti, compreso il presidente), il Consiglio scientifico (7 componenti) e il Collegio dei revisori dei conti (3 componenti effettivi e 2 supplenti) i cui rispettivi compiti e funzioni sono indicati nel vigente Statuto.
Dal 2011, è attivo l’Organismo (monocratico) Interno di Valutazione.
Il personale in servizio, alla data del 31 dicembre 2014, era pari a 13 unità, dei cui 10 a tempo indeterminato (un direttore amministrativo, 3 funzionari amministrativi, 4 collaboratori amministrativi e 2 operatori amministrativi) , 2 ricercatori a tempo determinato e un co.co.co.
Anche nel corso del 2014 - scrivono i giudici contabili - l’Indam ha svolto il suo ruolo istituzionale nel campo della formazione e della ricerca, con la prosecuzione di programmi già consolidati da diversi anni e l’avvio di nuovi, diretti a promuovere la formazione e lo sviluppo della ricerca matematica, sia in ambito nazionale che internazionale, anche mediante numerose iniziative di collaborazione scientifica nell’ambito dell’Unione Europea.
La situazione economico-finanziaria – si legge nella Relazione - mostra un peggioramento rispetto all’esercizio precedente; in particolare, il saldo finanziario dell’anno 2014 (di € 950.197) è negativo, a differenza di quello positivo registrato nel 2013 (pari ad € 428.527).
Il valore complessivo delle “entrate correnti” è diminuito del 18,10 per cento rispetto al 2013 (€ 3.383.378 a fronte di € 4.131.099) a causa principalmente della diminuzione dei “trasferimenti ordinari” da parte dello Stato (da € 3.326.452 nel 2013 ad € 2.683.509 nel 2014), nonché dei “trasferimenti straordinari” per contributi dall’Unione Europea, accertati ed incassati per un totale di € 658.098.
Peraltro - sottolinea la Corte - il totale delle spese correnti (pari ad € 4.302.961), aumentate del 19,45 per cento rispetto al 2013 (€ 3.602.162), incrementano la loro incidenza sull’ammontare delle spese complessive (pari ad € 4.592.019), costituendo il 93,71 per cento delle suddette.
L’esercizio 2014 si è chiuso con un disavanzo economico pari ad € 677.378, mentre nel 2013 si era registrato un avanzo di € 509.919, a causa del netto peggioramento della gestione caratteristica.
Il patrimonio netto viene esposto, nelle tabelle dell’ente, con un valore pari a quello registrato nell’esercizio precedente (€ 812.569), non tenendo conto del disavanzo economico dell’anno (€ 677.378). Pertanto - conclude la Relazione - il patrimonio netto deve intendersi pari ad € 135.192, importo fortemente peggiorato rispetto a quello registrato nel 2013.
Al pari di altri, anche grossi, enti del settore, anche l’Indam si trova, dunque, a fare i conti con le ristrettezze di bilancio, dovute alla contrazione dei trasferimenti ordinari da parte del governo che, evidentemente, considera la ricerca un lusso per il paese.