L’Agenzia spaziale italiana (Asi), ente pubblico istituito dal d.lgs del 5 giugno 1988, n. 204, con il compito di promuovere, sviluppare e diffondere la ricerca scientifica e tecnologica applicata al campo spaziale e aerospaziale, opera sulla base di un piano triennale delle attività, aggiornato annualmente in coerenza con il Programma Nazionale della Ricerca, con gli indirizzi del Parlamento e del Governo in materia spaziale, con il Piano Aerospaziale Nazionale, nonché nel quadro dei programmi dell’Esa (European Space Agency).
Il rendiconto relativo all’esercizio 2015, oggetto di Relazione da parte della Corte dei conti, trasmessa al Parlamento lo scorso 12 giugno, evidenzia, in sintesi, un disavanzo finanziario di competenza di euro 5.239.531, a fronte di un avanzo di euro 87.692.273, registrato nel 2014. Il disavanzo – precisa la Corte – è stato determinato da spese impegnate pari ad euro 788.333.311 e da entrate accertate pari a euro 783.093.780.
Sempre nel 2015, l’Agenzia ha realizzato un avanzo di amministrazione di euro 259.507.647, in lieve flessione dello 0,95 per cento rispetto all’anno precedente; esso è costituito da euro 165.366.399 di parte vincolata e da euro 94.141.248 per la parte disponibile.
Il risultato economico – scrivono i giudici contabili – è stato invece negativo per euro 35.437.425, da ricondurre ai maggiori costi sostenuti dall’Agenzia per la contribuzione Esa e per la gestione della base di lancio di Malindi.
Il patrimonio netto è stato di euro 589.348.074, in diminuzione del 5,67 per cento rispetto a quello dell’esercizio precedente, a causa della perdita d’esercizio.
Il costo del personale si è ridotto del 1,55 per cento rispetto al 2014 ed ha inciso per il 2,89 per cento sul totale della spesa corrente.
L’Agenzia – sottolinea la Corte -– ha recuperato le somme precedentemente erogate a titolo di indennità di direzione ex articolo 22 del d.p.r. n. 171/1991 a dipendenti inquadrati con la qualifica di “Tecnologi”, che non avevano titolo alla medesima indennità.
Le spese per gli organi dell’ente, comprensive di quelle per l’Organismo indipendente di valutazione, hanno subìto una flessione del 39,43 per cento.