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Sabato, 04 Mag 2024

Forse sarà un record, forse no, ma poco importa perché quanto accaduto a un’autovettura in dotazione a un Istituto del Consiglio nazionale delle ricerche merita di essere raccontato.

Era il 25 dicembre del 2016 (sì, proprio il giorno di Natale), quando una Range Rover Evoque - che, come recita la pubblicità della casa produttrice, è un Suv compatto dal design inconfondibile - in dotazione all’Istituto sull’Inquinamento Atmosferico (IIA) del Cnr, con sede principale a Monterotondo (Roma) e secondarie a Sesto Fiorentino (Firenze) e a Rende (Cosenza), sfrecciando a tutto gas per i comuni del nord cosentino, incappava in tre spietati autovelox.

Per nulla indulgenti nonostante la solenne festività natalizia, i misuratori elettronici di velocità castigavano l’automezzo per ben tre volte nello stesso giorno, con altrettante multe che, alla fine del rally, complessivamente ammontavano a poco più di 950 euro, oltre ad una decurtazione totale di 12 punti sulla patente del conducente, a pena - in caso di mancata comunicazione, senza giustificato motivo, dei dati dell'effettivo conducente (estremi anagrafici e numero di patente) - di un'ulteriore sanzione pecuniaria nei confronti dell’intestatario del veicolo, vale a dire il Cnr, il cui importo - come noto - va da un minimo di 286 a un massimo di 1143 euro per ogni singola infrazione (art. 126-bis del Codice della Strada).

Se sul nome del titolare dell’auto non c’era il benché minimo dubbio, essendo il mezzo regolarmente noleggiato dal Cnr, sulla identità del conducente scoppiava un vero e proprio giallo, tuttora irrisolto, in quanto ancora ignota.

E sì, perché a seguito dell’istruttoria di un procedimento disciplinare avviato nei mesi scorsi dallo stesso Cnr su iniziativa dell’allora direttore generale, dalle dichiarazioni rese dal direttore dell’Istituto che aveva in dotazione l’automezzo, è emerso che qualcuno, del tutto estraneo allo stesso Istituto, si sarebbe introdotto negli uffici e, segnatamente, in quello dove le chiavi del Suv erano state incautamente lasciate su una scrivania, impossessandosi dapprima delle stesse e, subito dopo, della vettura che, il 24 dicembre, risultava parcheggiata nello stesso spazio dove veniva rinvenuta anche alla riapertura degli uffici (anche le chiavi dell'auto erano state riposte sulla medesima scrivania), senza che nulla facesse sospettare dell’utilizzo fraudolento che del medesimo automezzo aveva fatto l'ignoto lestofante.

Il caso, infatti, era scoppiato solo dopo alcuni mesi dall’uso illecito del Suv, quando a piazzale Aldo Moro cominciavano ad essere recapitati i verbali di contravvenzione.

Sempre nel corso della suddetta istruttoria disciplinare emergeva che il direttore dell’IIA, non avendo potuto individuare il responsabile dell’illecito utilizzo dell’automezzo, aveva provveduto a pagare le multe con fondi personali e a richiedere, altresì, alla Polizia Municipale dei Comuni di Cassano allo Ionio e Spezzano Albanese, che avevano contestato le infrazioni rilevate dagli inflessibili autovelox, la non applicazione del citato art. 126-bis. Ad oggi, non è dato sapere quale sia stata la decsione dei due Comuni.

A seguito di una richiesta di chiarimenti inviata il 13 gennaio scorso dal nostro giornale al Cnr, il Capo Ufficio stampa, il 15 gennaio, ha risposto che "Al riguardo è stato aperto dall'allora dg un procedimento disciplinare, all'esito del quale è stata applicata la misura della sospensione di un giorno con detrazione dello stipendio. L'ufficio legale ha trasmesso una denuncia alla Procura della Repubblica. Il direttore Pirone (rectius: Pirrone, ndr) ha pagato personalmente le sanzioni, arrivate alla sua attenzione".

E’ seguita nello stesso giorno da parte del Foglietto una nuova richiesta di chiarimenti, per conoscere la data di trasmissione della denuncia alla Procura della Repubblica e quale esito la stessa abbia avuto, e se - considerato che le autovetture di servizio sono dotate di libretto di marcia, nel quale viene annotato, tra l'altro, il chilometraggio percorso da ogni singolo utilizzatore - in occasione del primo utilizzo dell'automezzo de quo per ragioni di istituto, dopo che la vettura era stata illecitamente utilizzata da soggetto ignoto, fosse stato verificato se i chilometri annotati nel libretto coincidessero con quelli indicati dal tachimetro.

Infatti, se ciò fosse stato fatto, sarebbe stato agevole accertare una discrepanza tra il chilometraggio riportato nel libretto di marcia aggiornato il 24 dicembre 2016 e quello riportato dal tachimetro alla riapertura dell'Istituto, indice inequivocabile di un utilizzo fraudolento dell’autovettura il giorno 25. Tale anomalia, se segnalata tempestivamente all’Autorità Giudiziaria, avrebbe forse permesso di contestare in sede di contenzioso tutte le infrazioni commesse dall’ignoto malfattore con il Suv del Cnr nonché di chiedere, successivamente, alla stessa Autorità Giudiziaria, di esaminare le foto scattate dagli autovelox, senza l’oscuramento delle persone a bordo, per poter mettere a fuoco il volto dello sconosciuto conducente.

In merito alla nuova richiesta del Foglietto, il Capo Ufficio stampa del Cnr, nella serata di ieri, ha comunicato: "L'Amministrazione valuta che non sia possibile fornire ulteriori informazioni per esigenze di tutela dei dati personali. Distinti saluti".

In disparte gli aspetti grotteschi della vicenda - segnatamente quello dell'incauto abbandono delle chiavi del Suv su una scrivania, quasi non di una macchina di servizio si trattasse ma di un car sharing - sembra che, al momento, la storia sia piaciuta a gente del cinema, che starebbe valutando, dopo quello del Louvre, di fare uno sceneggiato sul Fantasma del Cnr.

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