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Mercoledì, 03 Lug 2024

Con una breve nota diffusa nel pomeriggio di ieri, quattro candidati (Rino Falcone, Patricia Iozzo, Vito Mocella, Roberto Zamboni) alle recenti elezioni per la scelta del rappresentante della comunità scientifica del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) in seno al cda dell’ente, hanno comunicato che il Tar del Lazio, con sentenza n. 2753/2020, ha respinto il ricorso da loro proposto, per l’annullamento del decreto del ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca del 14.11.2019, di nomina di Nicola Fantini, candidato risultato eletto.

I ricorrenti non sembrano darsi per vinti, dal momento che nel loro messaggio precisano che “Stiamo al momento valutando come procedere dopo questo giudizio che rispettiamo, pur lasciandoci perplessi nelle sue motivazioni. Intendiamo sottolineare come l’azione da noi intrapresa trae origine dal fondamentale interesse generale del CNR e la valorizzazione di uno degli strumenti più importanti di partecipazione della sua comunità scientifica. Ogni ulteriore scelta che realizzeremo, non potrà che orientarsi lungo questa direzione fondamentale”.

In effetti, ciò che, ad un primo sommario esame della sentenza de quo, non appare del tutto convincente è soprattutto la motivazione con la quale il Tar ha rigettato la censura mossa dai ricorrenti in merito al fatto che “Gli atti impugnati non hanno offerto alcuna garanzia di attendibilità ed autenticità del voto, poiché è stato consentito il voto attraverso l’uso di una piattaforma elettronica non certificata, mediante qualsiasi postazione PC ovvero da remoto, senza la costituzione di un seggio alla presenza della Commissione elettorale, che consentisse l’identificazione dei votanti, poiché è stato sufficiente il semplice inserimento delle credenziali personali utilizzate ordinariamente dai dipendenti dell’ente per l’accesso alla posta elettronica”.

Tale eccezione, infatti, è stata disattesa dal Tribunale con la seguente spiegazione: “La mancata certificazione del sistema utilizzato per lo svolgimento delle votazioni sistema utilizzato dal CNR, non mutato dal 2015, dipende dal fatto che il processo di certificazione è costoso e molto impegnativo per una pubblica amministrazione”.

Se così fosse, non si capisce perchè il Cnr non abbia utilizzato il sistema elettorale da anni in voga per le elezioni interne dei rappresentanti Rsu, con tanto di seggio all'interno dei vari Istituti, che non sembra abbia mai sollevato polemiche di alcun genere.

Non è del tutto escluso, quindi, che la vicenda possa ora trasferirsi nelle aule di Palazzo Spada, sede del Consiglio di Stato.

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