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Giovedì, 02 Mag 2024

Nel resoconto della seduta n.278 del Senato della Repubblica del 26 novembre 2020, è stata pubblicata l’interrogazione n. 4-04526 (prima firmataria, la senatrice Margherita Corrado), rivolta ai Ministri dei Beni Culturali e dell’Università e Ricerca, avente ad oggetto il blocco dell’attività professionale di ricerca nel settore umanistico, provocato dalle disposizioni contenute nel Dpcm del 3 novembre scorso, e la richiesta di misure atte ad assicurarne la ripresa in tempi brevi.

Od oggi, oltre tremila tra docenti, ricercatori universitari e studenti italiani hanno sottoscritto un appello per portare all'attenzione del Parlamento e del Governo la concreta impossibilità a svolgere la propria attività professionale e formativa.

“Le mostre e i servizi di apertura al pubblico di musei, archivi, biblioteche, aree archeologiche e complessi monumentali di cui all’art. 101 del ‘Codice dei beni culturali e del paesaggio’ – scrive la senatrice Corrado in un comunicato – sono stati di nuovo sospesi; non così le biblioteche universitarie, sia in quanto afferenti al dicastero dell’Università e della Ricerca invece che al MiBACT, sia in quanto funzionali all’attività didattica”.

Per la senatrice del M5S, componente della Commissione Cultura di Palazzo Madama, da questa disparità di trattamento, che si appalesa in violazione del “principio di uguaglianza come sancito al comma 2 dell’art. 3 della Costituzione”, deriva “che figure professionali analoghe hanno oggi destini diversi in relazione al campo in cui operano: a docenti, ricercatori, dottorandi e liberi professionisti di area umanistica, nell’impossibilità di implementare il lavoro agile, è negato l’accesso ai luoghi in cui svolgere attività di ricerca”, mentre “Per le analoghe strutture ad uso delle medesime figure professionali di area, però, tecnico-scientifica, il Dpcm non prevede invece chiusure, fatti salvi il rispetto dei protocolli di sicurezza e la preferenza per il lavoro agile”.

Le misure adottate per fare fronte alla seconda ondata pandemica – conclude da senatrice Corrado – rischiano di rappresentare un ulteriore colpo al presente e al futuro di un settore già messo a dura prova, soprattutto per i giovani, che vivono di contratti a breve scadenza e legati alla qualità delle loro ricerche. Limita fortemente e potrebbe danneggiare, inoltre, quanti devono consultare con cadenza quotidiana fonti storiche e bibliografiche per assicurare la tutela (e la valorizzazione) di beni di rilevanza culturale”.

L'auspicio di tanti docenti,ricercatori, dottorandi e studiosi, ad anche nostro, è che, in occasione dell'imminente nuovo Dpcm, il governo non reiteri l'assurdo provvedimento di chiusura di archivi e biblioteche del MiBACT.

Rocco Tritto
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