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Mercoledì, 03 Lug 2024

Il Ministero dell’università e della ricerca (Mur), tuttora affidato al professor Gaetano Manfredi, sta lasciando decorrere il termine del 31 gennaio 2021, senza aver provveduto al rinnovo degli organi di vertice di quattro importanti enti pubblici di ricerca quali Cnr, Ingv, Inrim, Science Park, scaduti ormai da molti mesi e tutti prorogati ex lege a causa dell’emergenza sanitaria.

Eppure, il Parlamento era stato chiaro quando, con l’art. 1, comma 4-bis, del decreto-legge 125 del 7 ottobre 2020, convertito in legge n. 159 del 27 novembre 2020, aveva stabilito che, entro il 31 gennaio 2021, “si procede, in ogni caso, al rinnovo dei mandati dei componenti degli organi statutari degli enti” pubblici di ricerca, laddove scaduti alla data di entrata in vigore (4 dicembre 2020) della medesima legge di conversione n.125.

Il dato incontrovertibile è che, nonostante il Mur, il 9 dicembre scorso, abbia indetto, con avviso pubblico, una chiamata per la presentazione, entro e non oltre l’8 gennaio 2021, delle candidature a presidente di Ingv, Inrim, e Science Park, da valutarsi da parte di un Comitato di selezione, nominato con D.M. n. 487 del 20 novembre 2020, coordinato dal professor Giorgio Parisi, scienziato di fama mondiale nonché Presidente dell’Accademia dei Lincei, che sicuramente ha adempiuto al compito affidatogli - ad oggi, il rinnovo delle cariche pubbliche non è stato formalizzato dallo stesso Mur, né si è provveduto ad individuare eventuali commissari cui affidare rappresentanza legale e gestione dei medesimi enti, in attesa della nomina degli organi statutari pleno jure.

Per alcuni, la mancata nomina sarebbe da ricercarsi nella inopinata e sciagurata crisi di governo che limita l’operato dell’esecutivo alla ordinaria amministrazione. Trattasi, però, di tesi contestata da altri, atteso che si è di fronte ad atti tanto urgenti quanto dovuti, da effettuarsi entro un termine perentorio fissato ex lege: 31 gennaio 2021, che quindi non potrebbe essere posticipato neppure con un provvedimento ministeriale.

Un discorso a parte merita il Cnr, il più grande ente di ricerca del paese, con più di 8mila dipendenti ed oltre 100 Istituti sparsi sul territorio nazionale, anch’esso, come dianzi riferito, in attesa di un nuovo presidente, dal momento che quello attualmente in carica ha esaurito il mandato quadriennale il 20 febbraio 2020, salvo poi essere prorogato sino al 31 dicembre 2020.

L’iter per la scelta del successore, nonostante fosse stato avviato prima dell’inizio dell’emergenza sanitaria - segnatamente con l’avviso di chiamata pubblicato il 16 dicembre 2019 sul sito del Mur, il cui titolare all’epoca era Lorenzo Fioramonti (M5S), poi dimessosi dall’incarico e transitato al Gruppo Misto di Montecitorio - ad oggi, non ha prodotto alcun risultato concreto, nonostante una cinquina di nomi ritenuti idonei a rivestire la carica di presidente del Cnr da mesi giaccia sulla scrivania del ministro Manfredi.

Quale il motivo?

Verosimilmente un pasticcio giuridico che avrebbe contrassegnato l’operazione avviata dal predecessore di Manfredi alla guida del Mur, il quale aveva affidato la valutazione delle candidature al Comitato di selezione nominato con D.M. n. 848 del 10 dicembre 2018, in carica, però, “fino al completamento della selezione dei componenti di nomina governativa, con mandato in scadenza entro la data del 31 dicembre 2019”. E, quindi, non facultizzato ad esaminare i curriculum degli aspiranti allo scranno più alto dell’ente di Piazzale Aldo Moro, che si sarebbe reso vacante, come sopra evidenziato, per scadenza del mandato, solo dal 20 febbraio 2020.

In attesa che la nebbia che sembra avvolgere questa vicenda si diradi, non resta che chiederci: da domani, chi sarà il legale rappresentante di Cnr, Ingv, Inrim e Science Park?

Adriana Spera
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