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Mercoledì, 03 Lug 2024

Un'immagine del Vesuviodi Biancamaria Gentili

Nei giorni scorsi si è registrata l’ennesima aspra polemica tra il capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, e Enzo Boschi, presidente dell’Ingv.

A scatenare la bagarre questa volta è stata una dichiarazione rilasciata da Bertolaso il 27 aprile, parzialmente rettificata il giorno dopo, in base alla quale  tanto il Vesuvio a Napoli quanto il Monte Epomeo a Ischia erano da considerarsi a forte rischio eruzione.Quest’ultimo, in particolare, era da  ritenersi con il “colpo in canna”.

Immediate e durissime le reazioni, soprattutto da parte degli amministratori locali interessati. Se il sindaco di Ischia Giuseppe Ferrandino è arrivato addirittura a ipotizzare una denuncia "per procurato allarme", Franco Regine, primo cittadino di Forio d'Ischia, ha sollecitato, a nome di tutti i sei sindaci dell'isola, "un incontro urgentissimo" con lo stesso Bertolaso e con Alessandro Pansa, prefetto di Napoli

Il sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino e il neo presidente della Regione Campania Stefano Caldoro hanno invece parlato di “allarmismo fuori luogo”.

Nella querelle è intervenuto anche l’Ingv di Enzo Boschi, secondo il quale “il Monte Epomeo non è un vulcano ma un blocco costituito prevalentemente da rocce tufacee”, che in quanto tale non può eruttare.

Ma la reazione della Protezione Civile non si è fatta attendere più di 24 ore e ha precisato, tra l’altro, che “Bertolaso non ha predetto alcuna imminente eruzione, in quanto il vulcano che potenzialmente ha il colpo in canna peggiore di tutti è l’isola di Ischia, dove l’ultima eruzione si è registrata nel 1300. Non vi sono al momento ragioni per temere che si risvegli, ma ciò può sempre avvenire e dunque va costantemente monitorato”.

Quanto poi alla nota dell’Ingv, Bertolaso si è dichiarato sorpreso dalla parole di Boschi “che il Monte Epomeo non sarebbe un vulcano, sebbene lo sia l'isola di Ischia che, correttamente, viene infatti citata nell'elenco dei principali vulcani italiani proprio sul sito dell'Ingv”.

Ancora una volta, dunque, Protezione Civile e Ingv sono tutt’altro che in sintonia. Era già accaduto a L’Aquila il 31 marzo del 2009, sei giorni prima del terremoto quando, secondo le risultanze di un verbale apparso su Repubblica del 16 aprile, la Commissione Grandi Rischi avrebbe escluso, per bocca di Boschi, qualsiasi pericolo per la popolazione.

Peccato, però, che quel verbale, che sarebbe stato redatto dalla Protezione Civile, sia risultato diverso da quello vero, che non conteneva alcun intervento “tranquillizzante” da parte di Boschi.

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