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Giovedì, 24 Apr 2025

Il Politecnico di Milano, coordinatore del progetto WORLD - Waste Oils RecycLe and Development - propone un processo innovativo, circolare e sostenibile per trasformare l’olio vegetale usato in una risorsa preziosa. Pubblicato lo studio sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale RSC Sustainability della britannica Royal Society of Chemistry, che ne ha premiato l'originalità dedicandogli la copertina.

L’obiettivo del progetto WORLD è ottimizzare i processi di trattamento degli oli vegetali di scarto e migliorare la qualità dei prodotti finali, ridurre i rifiuti e favorire l’indipendenza europea nell’approvvigionamento di materie prime critiche.

L’uso di oli vegetali è diffuso, infatti, in tutto il pianeta e le attività relative alla cottura e alla conservazione dei cibi generano una quantità enorme di oli di scarto. Ogni anno, in Europa, vengono prodotte circa 4 milioni di tonnellate di olio vegetale usato, cifra che rappresenta solo il 4% della quantità totale di questo prodotto abbondante e diffuso a livello globale. Se non smaltito correttamente, questo rifiuto può avere un impatto ambientale significativo.

WORLD propone di riciclare l’olio vegetale usato ottenendo materiali innovativi utilizzabili come bio-lubrificanti, dispositivi per la purificazione dell’aria e componenti chimici per la chimica fine a partire da precursori non-fossili. Queste applicazioni, si pongono come filiera parallela al ben noto utilizzo nella produzione di biodiesel, comunque limitato per legge al 10% e riguardante solo la frazione più pura del rifiuto.

Oltre ai benefici economici e tecnologici, il progetto ha un forte impatto sociale e ambientale: sensibilizzare alla corretta raccolta degli oli esausti può ridurre i costi pubblici legati allo smaltimento scorretto e prevenire danni ambientali. Inoltre, un’analisi del ciclo di vita (LCA) valuterà le migliori strategie per minimizzare l’impatto ecologico, economico e sociale adottando un approccio "zero rifiuti".

Siamo partiti dall’osservazione che, allo stato dell’arte, l’industria del riciclo degli oli vegetali esausti si basi su semplici processi di decantazione e filtrazione, senza un’adeguata ottimizzazione scientifica. Abbiamo quindi analizzato due tecniche alternative: il trattamento con bentonite e il lavaggio ad acqua, per migliorarne l’efficienza e ridurne l’impatto ambientale.” Spiega il Prof. Andrea Mele, del Dipartimento di Chimica, Materiali e Ingegneria Chimica “G. Natta” del Politecnico di Milano.

Attraverso un approccio sperimentale basato sulla metodologia Design of Experiments (DoE) e sull’analisi statistica multivariata, abbiamo ottimizzato parametri chiave come temperatura, pH, concentrazione di bentonite e rapporto olio/acqua. I risultati hanno mostrato che il lavaggio con acqua a 75°C e pH 6 garantisce le migliori prestazioni in termini di resa, produttività e sostenibilità ambientale, riducendo al minimo la produzione di scarti e l’impatto carbonico del processo”. Continua il Dr. Alberto Mannu, recentemente passato dal Politecnico di Milano al Dipartimento di Ingegneria Meccanica ed Industriale dell’Università degli Studi di Brescia.

Oggi, grazie al progetto WORLD, un modello matematico sviluppato a partire dai dati raccolti consente di prevedere le emissioni equivalenti di CO₂ in funzione delle condizioni operative, fornendo all’industria del riciclo uno strumento pratico per ottimizzare i processi in linea con gli standard di certificazione ambientale.

Questo approccio scientificamente validato rappresenta un passo avanti nella transizione verso un’economia circolare più efficiente e sostenibile. Esso si inserisce nei principi cardine della chimica verde, apre nuove prospettive di sostenibilità ed efficienza, risultando altamente competitivo anche dal punto di vista tecno-economico all'interno di modelli di economia circolare.

WORLD è stato finanziato dall’Unione Europea all’interno del programma H2020-MSCA. Il consorzio, coordinato dal Politecnico di Milano, comprende le Università di Burgos (Spagna), di Dunkerque (Francia), la LUT University (Finlandia) e le Università di Sassari e di Brescia, insieme a partner non accademici spagnoli e italiani.

Autori dello studio: Alberto Mannu, Pablo Almendras Flores, Francesco Briatico Vangosa, Maria E. Di Pietro, Andrea Mele

Com. st.

 

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