di Paolo Vita
I lavori di ristrutturazione della sede Istat di via Balbo sotto la lente della Procura di Roma.
Il sostituto procuratore della Repubblica di Roma, Giuseppe Saieva, nei giorni scorsi ha aperto un fascicolo con l'ipotesi di abuso di ufficio per accertare come mai l'ente, all'epoca guidato da Luigi Biggeri, abbia stipulato due convenzioni (nel 2002 e nel 2009) con il Provveditorato alle opere pubbliche del Lazio, prima guidato da Angelo Balducci e poi da Giovanni Guglielmi, per la messa a norma degli impianti, al prezzo complessivo di 14 milioni di euro.
Il primo lotto di lavori, per un importo presunto di 7 milioni di euro fu affidato alla Igit di Bruno Ciolfi (coinvolto nell'inchiesta per gli appalti della Protezione Civile della Procura di Firenze insieme allo stesso Balducci, Diego Anemone e a Guido Bertolaso) direttamente dal Provveditorato del Lazio, senza espletare le previste gare pubbliche, grazie alla decisione dell'Istat di mettere il segreto di Stato sui lavori.
Il 29 aprile 2009, l'allora direttore generale dell'Istat, due giorni prima di andare in pensione (il 1° maggio 2009) firmò una seconda convenzione con il Provveditorato, sempre per fare lavori di messa a norma degli impianti della sede di via Balbo per ulteriori 7 milioni. Ma per questo secondo lotto il contratto non è stato ancora affidato.
L'interesse degli inquirenti alla vicenda è iniziato qualche mese fa, quando il settimanale Panorama pubblicò la notizia dell'appalto tra il Provveditorato alle Opere Pubbliche del Lazio e la Igit di Ciolfi.
Da allora il consiglio di amministrazione dell'ente guidato dall'agosto scorso da Giovannini ha aperto un'indagine interna, per capire come mai ai lavori fosse stato applicato il segreto di Stato. Sono state cercate le carte, sono stati chiesti chiarimenti al Provveditorato. Risultato: di carte l'Istat ne ha trovate poche e il Provveditorato sembra preoccuparsi di altro.
In compenso il presidente Giovannini ha scoperto che anche la messa in opera del parquet del suo ufficio è coperta da segreto di Stato.
Morale della favola: il primo appalto è già quasi ultimato mentre per il secondo il consiglio di amministrazione dell'Istat sembrerebbe intenzionato a mantenere in vita la convenzione con il Provveditorato, a patto però che l'appalto sia affidato con gara pubblica.
A questo punto resta solo da aspettare gli sviluppi dell'inchiesta dei magistrati romani che cercano anche di capire come mai l'Istat abbia stipulato una convenzione che comprendeva la progettazione dei lavori ma perché poi il progetto sarebbe stato fatto da un tecnico appartenente allo stesso ente.
Intanto dopo l'annullamento da parte del Consiglio di Stato della sentenza con cui il Tar del Lazio aveva revocato l'incarico all'architetto Cucinella di progettare la nuova sede dell'Istat per affidarlo all'Unità di missione per i 150 anni dell'Unità d'Italia (vedere Il Foglietto della scorsa settimana), gli spunti investigativi per la Procura di Roma potrebbero aumentare.
Infatti come documentato dal Foglietto (del 19 aprile 2010) diversi lavori, per oltre 600mila euro, propedeutici alla costruzione del nuovo quartier generale dell'Ente statistico a Pietralata, sono stati commissionati direttamente dal Provveditorato. Senza alcuna gara pubblica.