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Mercoledì, 01 Mag 2024

Riceviamo dal Comitato Ambiente e Salute Tuscia, presieduto da Luca Federici, e volentieri pubblichiamo.

Da diversi anni la Tuscia, terra ricca di storia e natura, è stata presa di mira dalla speculazione in diversi settori, dal geotermico al fotovoltaico, all’eolico industriale ed è stata individuata per collocare le “scorie radioattive”.

Il Comitato Ambiente e Salute Tuscia, nato nel 2022 per bloccare un progetto eolico industriale sul territorio del Comune di Farnese (Viterbo), ha preso atto che in breve tempo erano stati presentati progetti sulla Tuscia per un totale di più di 100 pale eoliche, alte tra i 200 e 250 metri e larghe 160-200 metri. Dei veri ecomostri!

Questi progetti hanno trovato la strada spianata o poca resistenza da parte delle amministrazioni locali, tranne in qualche caso come, ad esempio, Ischia di Castro, Grotte di Castro, Latera.

La normativa nazionale ( D.Lgs 199/2021 e s.m.i) indica come luoghi più idonei all’installazione di questi impianti le zone industriali, artigianali, ex discariche, siti inquinati e bonificati, assi autostradali e ferroviari, comunque zone degradate al fine di tutelare il Paesaggio, l’Ambiente e le identità culturali locali oltre che le econome locali.

Il Decreto n. 199/2021 ha introdotto anche le fasce di rispetto di almeno 3 km dai Beni Culturali e Ambientali dalle quali devono distare gli impianti eolici e 500 metri quelli fotovoltaici.

Il ritardo nell’emanazione dei decreti che dovrebbero indicare principi e criteri omogenei per individuare le aree idonee e non idonee all’installazione di questi impianti rende la normativa incompleta e farraginosa.

A causa di questo ritardo anche la legiferazione delle Regioni, Enti preposti ad individuare con certezza le AREE IDONEE E NON IDONEE, è ferma. La Regione Lazio è intervenuta in maniera generale con la Delibera di Giunta n. 390/2022 (Zingaretti) - con la quale ha riconosciuto tra l’altro le “esternalità negative” sull’ambiente e sulle attività economiche create dagli impianti eolici, quando vengono installati a livello locale - e ha adottato il Piano Energetico regionale (PER), con Delibera di Giunta n. 595/2022 (Zingaretti), che prevede lo sviluppo dell’eolico industriale sul mare a 30 km dalla costa di Civitavecchia.

Questa indicazione ha visto l’iniziativa di ENI e Cassa Depositi e Prestiti che hanno stretto un accordo con un partner privato danese per costruire, tra l’altro, un impianto eolico a 30 km da Civitavecchia (2028-‘31) con una potenza di 540 MW. Si produrrà il doppio dell’energia elettrica prevista dal predetto Piano regionale per il 2050.

Ci chiediamo: allora a che servono e a chi servono gli altri impianti?

La nuova amministrazione regionale (Rocca), preso atto dello scempio in atto, con la delibera di Giunta n. 171 del 12.05.2023 ha evidenziato la sperequazione, tra le diverse province del Lazio, nella produzione di energia elettrica da rinnovabili (fotovoltaico ed eolico) ed ha incaricato le strutture regionali competenti di valutare con attenzione questo vulnus.

Non è concepibile, infatti, che la provincia di Rieti produca lo 0%, la super popolata provincia di Roma produca soltanto il 6,5, Latina il 13,6 e Frosinone l’1,6, mentre Viterbo il 78%.

Serve più equità, serve un “piano regolatore energetico” per uno sviluppo equilibrato e razionale delle fonti di energia sostenibili.
Ovviamente, come Comitato Ambiente Tuscia ed anche con gli amici degli altri Comitati e Associazioni del CAT (Coordinamento Ambiente Tuscia), non siamo contro lo sviluppo delle energie rinnovabili.

Abbiamo proposto in varie sedi, anche a Farnese, al Sindaco, di costituire una COMUNITA’ ENERGETICA (D.Lgs n. 199/2021) per dare il contribuito allo sviluppo ordinato e funzionale delle rinnovabili, modulato sulle esigenze della nostra comunità, che avrebbe un abbattimento diretto sui costi dell’energia per i cittadini.

Con gli introiti del surplus di energia prodotta si potrebbero fare delle opere necessarie al Paese e alla popolazione, nel rispetto dell’Ambiente, del Paesaggio. della propria storia e identità culturale.

Comitato Ambiente e Salute Tuscia

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