Giornale on-line fondato nel 2004

Giovedì, 24 Apr 2025

Il volume d’acqua prelevato in Italia per uso potabile supera i 9 miliardi di metri cubi l’anno, per un prelievo giornaliero di 25 milioni, ma il volume effettivamente erogato corrisponde alla metà del prelievo (4,6 miliardi di metri cubi), principalmente a causa delle perdite nel trattamento di potabilizzazione (1 miliardo) e dell’inefficienza della distribuzione, in cui si spreca circa il 40% del quantitativo immesso in rete (3,4 miliardi).

È quanto fa emergere la Corte dei conti nella relazione approvata con Delibera n. 4/2025 dalla Sezione per gli affari europei e internazionali, in cui la magistratura contabile ha analizzato “Il contributo al raggiungimento dell’obiettivo 6 dell’Agenda 2030 dell’Onu e alla mitigazione dei danni connessi alla siccità attraverso il miglioramento della rete distributiva e dell’approvvigionamento idrico”.

Il sistema di prelievo e trattamento delle acque in Italia, specifica la Corte, si fonda su una governance multilivello (sono tre i ministeri coinvolti) e sul Servizio idrico integrato - previsto dalla legge n. 36/1994 e non ancora completamente attuato - con alcuni ambiti territoriali gestiti in economia e caratterizzati da una bassa capacità di investimento.

A fronte di un fabbisogno stimato di 6 miliardi di euro annui, i giudici contabili rilevano che le entrate non superano i 4 miliardi, con una previsione delle spese correnti peraltro fortemente aleatoria, poiché formata per circa un terzo dal costo dell’energia elettrica, dato l’impiego del 2,5% del consumo elettrico nazionale nella gestione del sistema.

Dei 5,3 miliardi di euro riferiti ai 628 interventi in corso, 3,7 sono ascrivibili al Pnrr, soprattutto per investimenti sulla sicurezza dell’approvvigionamento idrico e sulla riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione (compresi la digitalizzazione e il monitoraggio). L’utilizzo idrico a fini irrigui - che rappresenta oltre il 50% del fabbisogno - registra 279 progetti attivi a fine 2024, per oltre 2 miliardi di euro distribuiti su molteplici fonti di finanziamento, Pnrr incluso.

L’analisi degli investimenti lordi del periodo 2012-2023, calcola la Corte, segna un incremento da 33 a 70 euro pro capite, mentre il rapporto tra valori medi delle tariffe e prodotto interno lordo pro capite dei Paesi UE rimarca l’inadeguatezza dell’attuale sistema tariffario italiano a garantire gli investimenti necessari. Per il futuro - è la conclusione - si pone la scelta tra l’adeguamento delle tariffe e il reperimento di fonti finanziarie di altra natura che sostituiscano le risorse assicurate, fino al 2026, dal Pnrr.

Fonte: Corte dei conti

Ti piace l'informazione del Foglietto?

Se ti piace quello che leggi, puoi aiutarci a continuare il nostro lavoro sostenendoci con quanto pensi valga l'informazione che hai ricevuto. Anche il costo di un caffè!

SOSTIENICI

empty alt

Haiti e Repubblica Dominicana: storie di sfruttamento, razzismo, schiavitù e…di prezzemolo

Cominciamo dal prezzemolo. Immaginate per un attimo che un certo numero di triestini lavorino come...
empty alt

Dichiarazioni dei redditi presentate nel 2024, ecco come se la passano gli italiani

Le dichiarazioni dei redditi presentate nel 2024, riferite alle diverse tipologie di reddito...
empty alt

A proposito di paesi sicuri in cui rimpatriare i migranti

La Commissione europea di Ursula von der Leyen ieri ha fatto il suo elenco di paesi sicuri in cui...
empty alt

"Nobel per Mileva": una provocazione per celebrarne la figura

Da qualche anno ha preso piede anche in Italia la campagna “Nobel per Mileva”, un’iniziativa nata...
empty alt

Identificata una nuova variante associata all’atrofia progressiva della retina nei cani

È stato pubblicato su Scientific Reports lo studio congiunto dell’Università di Padova e della...
empty alt

Morti sul lavoro in Italia, il tragico dramma continua. I dati dell'Osservatorio Vega

Nel primo bimestre 2025, il dramma continua inesorabilmente e tragicamente. Con un segno più che...
Back To Top