di Flavia Scotti
La Cassazione, con sentenza della IV sezione penale, ha affermato che bisogna distinguere i casi nei quali i sanitari sono "malaccorti", da quelli nei quali "vi è una particolare difficoltà della diagnosi, sovente accresciuta dall'urgenza".
Per questo ha confermato il proscioglimento di due medici del pronto soccorso di Rossano che, nonostante l'effettuazione di alcuni esami, non riconobbero - in un paziente arrivato d'urgenza che morì dopo essere stato trasferito in un centro più attrezzato - un caso molto grave di dissezione dell'aorta che non presentava i tipici sintomi dolorosi.
I due medici che avevano visitato il paziente, arrivato in coma da sospetta lesione ischemica cerebrale, lo sottoposero a elettrocardiogramma ed ecocolordoppler.
Gli esiti portarono ad escludere una patologia cardiaca in corso. Il coma veniva attribuito a problemi neurologici e fu deciso il trasporto all'ospedale di Corigliano. Solo una tac toracica avrebbe consentito la giusta diagnosi, ma i due medici non la predisposero in mancanza dei sintomi dolorosi specifici che accompagnano i problemi all'aorta.
Proprio la circostanza del "quadro sintomatologico aspecifico, polimorfo e di difficile interpretazione, stante la negatività dell'elettrocardiogramma e della tac encefalica nonché dell'ecocolordoppler", aveva portato il Gup di Rossano ad archiviare l'accusa di omicidio colposo a carico dei due medici. Motivazione condivisa anche dagli Ermellini di piazza Cavour.